L’astronave pop di Max Pezzali: recensione track by track

A quattro anni di distanza da Terraferma, Max Pezzali "decolla" e ci porta sulla sua astronave, con un disco dall'inconfondibile suono pop che lo contraddistingue, ma con incursioni nell'EDM, nella new wave e nel country.

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Astronave Max
di Max Pezzali
(Warner Music)
voto: 6,5

A quattro anni di distanza da Terraferma, l’ultimo album di inediti, Max Pezzali torna con Astronave Max, nei negozi da oggi su etichetta Warner Music.
Chiuse le celebrazioni per il ventennale di carriera, iniziate con l’omaggio da parte del rock indipendente italiano (Con due deca 2012), la rilettura e riscrittura del primo album con la collaborazione della scena hip-hop italiana (Hanno ucciso l’uomo ragno 2012), e il best Max 20, che ha visto oltre a tantissimi duetti con tutti i più grandi artisti del panorama musicale italiano, anche il ritorno dell’ex compagno degli 883 Mauro Repetto, Max torna con un disco prettamente pop, nel suo stile più classico, concedendosi però qualche sconfinamento in altri generi, dall’EDM alla new wave, fino al country.
Prodotto dai soliti e fidati Claudio Cecchetto e Pier Paolo Peroni insieme a Davide Ferrario, l’album è stato suonato oltre che da Ferrario (chitarre e programmazioni), da Luca Serpenti (basso) e Sergio Carnevale (batteria).
Ci sono anche due ospiti e si tratta di Saturnino che suona il basso in Ogni giorno una canzone e Syria, amica di sempre, che canta in Fallo tu e partecipa ai cori in Generazioni.
Si parte con E’ venerdì, primo singolo dell’album, e inno al weekend, visto come momento in cui si possono mettere in pausa i pensieri, i problemi e lo stress della settimana; musicalmente è un classico pezzo “alla Pezzali”: pop-rock che ricorda a tratti Lo strano percorso.
La prima in basso prosegue sullo stesso stile musicale del primo brano ed è dedicata ad una delle grandi passioni di Max, la moto, già protagonista a suo tempo di Un giorno così. Un giro su due ruote come metafora della vita, tra paesaggi, incroci, incontri, strada sbagliate e da seguire, ma sempre pronti a ripartire: “E si torna sempre in sella, qualche cicatrice in più. E poi prima in basso, e tutte le altre su.”
Si prosegue con Superstar, pezzo pop con andamento dance, che dipinge la barista di un locale come una sorta di dea, vera stella e attrazione del posto, guardata, ammirata e desiderata da tutti i clienti, un po’ come fosse… La regina del Celebrità.
astronave max pezzaliSopravviverai è il secondo singolo estratto dall’album, in rotazione radiofonica in questi giorni, ed è una sorta di dialogo tra i sentimenti che si provano alla fine di una storia, quali ansia, insonnia, apatia, ripensamenti, e quella vocina razionale dentro di noi che queste situazioni le ha già vissute, e ci ripete di finirla di commiserarci e fare i melodrammatici, perchè anche questa volta, come sempre, sopravviveremo.
Arriviamo così alla prima canzone d’amore del disco, I fiori nel deserto, classica ballad che sfocia in un ritmo dance e che ci racconta di come anche quando siamo stanchi, sfiduciati e disillusi della vita, può arrivare l’amore, inatteso, come fosse un miracolo, un po’ come quei fiori che riescono a nascere e crescere nell’aridità nel deserto.
Col senno di poi è un pezzo dalle sonorità new-wave, con una chitarra che ricorda i Cure, e descrive l’incontro tra due ex fidanzati dopo anni, e nel raccontarsi le rispettive vite attuali si varca mentalmente una specie di sliding door di come avrebbe potuto essere la vita insieme se la storia non fosse finita.
Il rapporto padre-figlio viene descritto nella dolcissima Niente di grave, ballata con una lieve spruzzata di chitarre, nata l’estate scorsa mentre Max vedeva suo figlio Hilo giocare col nonno, e in un attimo, come in una sorta di passaggio di testimone tra generazioni rivede se stesso prima in suo padre e poi in suo figlio.
Aumenta il ritmo dei bpm e arriva Generazioni, esperimento EDM (Electronic Dance Music) in cui, seppur in un contesto decisamente diverso e lontano dalla sua adolescenza fatta di disco music, Max vede che i ragazzi oggi hanno tutto sommato le stesse speranze, i sogni e le paure che provava la sua generazione.
La canzone che dà il titolo all’album, Astronave madre, è una sorta di odissea dance all’interno di un grande centro commerciale (che Max ammette di adorare), visto come un’enorme astronave luminosa, simbolo incontrastato dei nostri anni, tra parcheggi sconfinati in cui perdere la propria macchina, negozi di catene sempre uguali, scale mobili, vetrine in fotocopia e umanità varia.
Fallo tu è il brano più “883” del disco, si presenta come un mix tra Non me la menare e Fattore S e, con la partecipazione di Syria, mette in scena un divertente dipinto della dialettica di coppia, dove a volte sorge spontaneo un quesito: se secondo te tutto quello che mi chiedi di fare lo faccio male, perché non te lo fai da sola/o?
In Come Bonnie e Clyde c’è un’altra storia parallela: il Max ragazzo degli anni 90, che sognava di scappare via e girare per il mondo in macchina insieme all’amata ascoltando Bon Jovi e i Run DMC, che si rivede nei ragazzi di oggi, con gli stessi sogni d’amore e d’avventura, ovviamente ascoltando musica diversa, che va quindi da Rihanna a Jay-Z, passando per Thinking out loud di Ed Sheeran.
Ci avviamo verso la fine dell’album e arriva Ogni giorno una canzone, ballad che ci ricorda come dare sempre tutto per scontato in una relazione di coppia è un grosso rischio, ma bisogna invece riconquistarsi ogni giorno con una parola, un gesto, o una canzone.
Il treno è un’altra delle soprese musicali del disco, con un’andatura tra il country e il western, che ha come protagonista uno dei temi classici di quel genere musicale: un treno che qui diventa metafora di occasioni perse e che non ripassano più, così come quel treno che ancora deve passare ma che dovremo essere pronti a prendere al volo.
Chiude l’album (perchè è “meglio non fare mai un disco di tredici canzoni”) il tema musicale di Astronave madre.
Un disco maturo, per un artista che è alla soglia dei 50 anni e che, nel tempo, si è ricostruito una credibilità come cantante solista, facendo ricredere anche gli snob e gli scettici che lo davano per finito senza la spalla-Repetto o che lo tacciavano di saper scrivere solo canzoni per adolescenti.
Max Pezzali è la dimostrazione che si può fare pop di qualità, parlando di vita, d’amore, figli e altre storie, pur maturando e andando avanti con gli anni, senza dover dover essere marchiato per tutta la vita solo come quello degli 883.

Tracklist:
1. E’ venerdì
2. La prima in basso
3. Superstar
4. Sopravviverai
5. I fiori nel deserto
6. Col senno di poi
7. Niente di grave
8. Generazioni
9. L’astronave Madre
10. Fallo tu
11. Come Bonnie e Clyde
12. Ogni giorno una canzone
13. Il treno
14. Astronave Madre (theme)

A giugno Max sarà impegnato in diversi instore per presentare ai fan il nuovo album, questo il calendario:
1 giugno Milano – Mondadori Duomo (Piazza duomo) h. 17.30
2 giugno
 Torino – Mondadori (Via Monte di Pietà, 2) h. 18.00
3 giugno Curno (Bergamo) – Mediaworld (Centro Commerciale Curno, Via Enrico Fermi, 1) h. 17.30
4 giugno Brescia – Feltrinelli (Corso Zanardelli, 3) h. 150.00
4 giugno Padova – Feltrinelli (Via San Francesco, 7) h. 18.30
5 giugno Modena – Mediaworld (Shopping Center Grand’Emilia , Via Emilia Ovest 1480 Loc. La Bruciata) h. 17.30
6 giugno Bologna  – Feltrinelli (piazza Ravegnana 1) h. 17:00
7 giugno Varese – Casa del disco ( Piazza Podestà) h. 16.00
8 giugno Roma – Discoteca Laziale (Via Giolitti 263 ) h. 17.30
9 giugno Firenze – Feltrinelli RED (piazza della Repubblica)  h. 18:00
10 giugno Reggio Emilia – Mediaworld (Shopping center I petali di Reggio, P.le Azzurri D’Italia 1)  h. 17.30
11 giugno Genova a Feltrinelli (via Ceccardi 16) h. 18:00.
15 giugno Vittuone (Milano) – Mediaworld (Centro commerciale Il destreiero, S.P. 227 direzione Vittuone/Cisliano 2) h. 18.00

Dal 25 settembre inoltre partirà il tour invernale nei palazzetti: alle date annunciate si è già aggiunto un raddoppio al Forum di Assago. Tutte le informazioni sul tour le trovate qui.

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