Riccardo Onori: «15 anni con Jova e mi diverto ancora come un ragazzino!»

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Proseguiamo il nostro viaggio all’interno del mondo di Lorenzo, per parlarvi di Riccardo Onori, una delle colonne (o chitarre?) portanti della band di Jova, che affianca da ben 15 anni.
In questa intervista, realizzata a poche ore dal concerto allo stadio Dall’Ara di Bologna, ci siamo fatti raccontare cosa significa lavorare con Lorenzo, le emozioni che dopo tanti anni questo mestiere riesce ancora a regalare e qualche curiosità sul rapporto tra Riccardo e il suo strumento.
Ecco quindi la nostra intervista a Riccardo Onori:

wp_ss_20150713_0001Il sound di questo tour è stato rinnovato rispetto a quello del 2013, con l’arrivo della seconda chitarra di Danny Bronzini. Qual è il ruolo del tuo strumento in uno show elettronico come quello di Lorenzo?

La chitarra è uno degli strumenti prinicipali dello spettacolo: molte canzoni nascono con questo strumento e ci sono diverse parti rock all’interno del concerto in cui in un certo senso sono protagonista. Inoltre, a me piace molto lavorare col suono. Un esempio lampante è l’Ora tour, che era molto elettronico, e nel quale, processando il suono, ho cercato sonorità più vicine alla tastiera e al synth in particolare piuttosto che alla chitarra.

Sei un chitarrista moderno, attento al suono più che a shred e virtuosismi fini a se stessi, ma qual è la musica che ascolti?

Ho sempre ascoltato di tutto e non mi interessa che nella musica ci sia la chitarra: quello strumento mi piace unicamente perché mi è affine e lo sento bene addosso. Comunque, come dicevo, quanto a generi musicali non mi pongo limiti: ascolto dalla musica da discoteca, al funky, al rock e poi tantissimo jazz.

wp_ss_20150713_0002Insieme a Saturnino, sei la colonna portante della band di Lorenzo. Come sono stati questi 15 anni al suo fianco?

Sono stati fantastici perché con Lorenzo non ci si annoia mai. Lui pone sempre un obiettivo differente da quello precedente, perché pretende sempre di più da se stesso e dagli altri. In un certo senso, in questi 15 anni mi sono abituato a essere nella stessa band, ma ci sono stati dei cambi di scena pazzeschi: ogni progetto ha un suo suono, un suo concetto, e tutto questo mi diverte molto. Insomma, dopo tanti anni non annoiarsi e non avere un ripensamento o una preoccupazione non è mica una cosa da niente. Eppure con Lorenzo è così: dopo 15 anni al suo fianco mi diverto ancora come un ragazzino!

wp_ss_20150713_0003Suonare in uno stadio di fronte a 50mila persone credo provochi sensazioni impossibili da spiegare, ma c’è un momento particolare più emozionante degli altri?

Il momento più emozionante dell’intero show è quando stai per salire sul palco: nonostante l’esperienza alle spalle, fatta del tour negli stadi di due anni fa e in generale dei grandi concerti, a quel mare di gente non ci si abitua mai. E’ una situazione strana che, se da un lato mi impaurisce, dall’altro mi eccita e mi rinforza perché, una volta sul palco, mi metto a suonare e penso solo a fare bene e a divertirmi. Ma l’emozione dell’ultimo passo prima di salire sul palco è veramente immensa.

In queste prime date negli stadi sono venute a sentirvi quasi 400mila persone. Perché dovrebbero tornare a vedervi nei palazzetti questo inverno?

Perché non sarà la stessa cosa. Perché con Lorenzo non esiste niente in cui lui non riesca a stupire. Perché con Lorenzo si fa sempre un passo in più rispetto a ciò che ti aspettavi. Lui è sempre avanti rispetto a tutto e a tutti, soprattutto nel pensare le cose. Quindi il vero motivo è che sicuramente ci sarà qualche sorpresa che stupirà la gente… e che stupirà anche me!

Le puntate precedenti:
Clicca qui per la videointervista a Saturnino
Clicca qui per l’intervista a Danny Bronzini
Clicca qui per la videointervista a Ed Menichella, opening act del Lorenzo negli stadi 2015
Clicca qui per la recensione della prima data allo Stadio del Conero di Ancona
Clicca qui per la photogallery della seconda data a San Siro
Clicca qui per la recensione del concerto allo Stadio Euganeo di Padova

 

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