Bruce tra Italia, Olanda e NJ. Un nuovo album?

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Un paio di giorni in Italia in compagnia dell’inseparabile Mrs. Patti a bordo dello yacht  dell’amico Steven Spieberg (che di lì a qualche giorno sarebbe andato insieme ad altre eccellenze “made in USA” a cena alla Casa Bianca dal Presidente Obama per pianificare – come fanno tutti i Presidenti USA al termine del loro mandato – la creazione di una fondazione e/o di una biblioteca) per godersi le bellezze della Costiera Amalfitana (Nerano, Capri, Massa Lubrense in particolare), e Bruce e Patti sono subito ripartiti: destinazione Olanda. Valkenswaard per la precisione, per seguire l’ennesima tappa di avvicinamento di Jessica alle Olimpiadi del 2016 che si svolgeranno a Rio de Janeiro dal 5 al 21 agosto. Il Boss e sua moglie sono stati visti  a passeggio per le strade di Eindhoven e cenare poi in un ristorante italiano (“Antonio”, con immancabile autografo in bacheca) dove evidentemente si mangia particolarmente bene, visto che già a maggio scorso Bruce era stato lì. Considerata dunque la sua passione per il nostro paese e per la gastronomia italiana, ma soprattutto la sua imprevedibilità, non è escluso che il Boss da qui alla fine dell’estate possa farci qualche altra sorpresa… Intanto però se n’è tornato nel suo New Jersey.

Ma torniamo alla musica, che è poi ciò che più ci interessa. Continuano a circolare voci sull’uscita a novembre di un box per celebrare il 35esimo anniversario dell’uscita di The River (pubblicato il 10 ottobre 1980) a cui farebbe seguito – a febbraio 2016 – un album di inediti, il che farebbe pensare (ed è ciò a cui tutti noi aneliamo) ad un tour. E questa sì che sarebbe davvero una grande notizia. Dalle ultime apparizioni del Boss su vari palchi di amici e locali diversi di cui vi abbiamo raccontato (dai piccoli club del Jersey Shore al Madison Square Garden con gli U2) appare evidente la sua grande voglia di tornare a suonare dal vivo. Certo, in mezzo c’è da mettere in moto una macchina organizzativa e produttiva che fa spavento e che molti nemmeno immaginano (location e stadi da trovare, autorizzazioni da richiedere, biglietti da mettere in vendita con un adeguato anticipo, ricerca di personale professionale per garantire la sicurezza di tutti etc. etc. etc.).

Da grandissimi appassionati, dobbiamo augurarci – e lo dico da romana nata e vissuta da sempre a Roma – di non assistere più ad un concerto di Bruce Springsteen (ma a mio parere di nessun altro grande artista) in un luogo inadeguato come si è rivelato nel 2013 l’Ippodromo di Capannelle, dove peraltro Bruce ha fatto uno dei più bei concerti degli ultimi anni (parlo soprattutto dei tour italiani, di cui ho visto tutte le date, per cui posso parlare con cognizione di causa), suonando perfino la splendida e rarissima New York City Serenade, e come – e lo dico anche qui con grandissima amarezza – una delle piazze più belle d’Italia, come Piazza del Plebiscito a Napoli. Sarà un caso che Roma e Napoli siano state le uniche due città al mondo dove Springsteen non ha fatto il sold out in quel mega tour?rock-in-roma

Se fosse per me, e so che questa mia affermazione potrà scatenare qualche polemica, farei suonare il Boss sempre a Milano, a San Siro, lo stadio perfetto per ogni concerto ma soprattutto per quelli di Bruce che non a caso qui ha sempre dato il meglio di sé. Oppure nei teatri (o palasport)

Ci vorrebbe un po’ più di rispetto per chi compra i biglietti (e quelli di Springsteen, come tutti quelli delle grandi produzioni, avevano il loro costo) incondizionatamente, senza sapere – magari – che Capannelle non è un parco sulla Via Appia Antica ma un Ippodromo che –  appunto – può andare bene per le corse dei cavalli ma non certo per i concerti rock dei grandi artisti (oltretutto vicino c’è pure l’aeroporto di Ciampino).

Patrizia De Rossi è nata a Roma dove vive e lavora come giornalista, autrice e conduttrice di programmi radiofonici. Laureata in Letteratura Nord-Americana con la tesi La Poesia di Bruce Springsteen, nel 2014 ha pubblicato Bruce Springsteen e le donne. She’s the one (Imprimatur Editore), un libro sulle figure femminili nelle canzoni del Boss. Ha lavorato a Rai Stereo Notte, Radio M100, Radio Città Futura, Enel Radio. Tra i libri pubblicati “Ben Harper, Arriverà una luce” (Nuovi Equilibri, 2005, scritto in collaborazione con Ermanno Labianca), ”Gianna Nannini, Fiore di Ninfea” (Arcana), ”Autostop Generation" (Ultra Edizioni) e ben tre su Luciano Ligabue: “Certe notti sogno Elvis” (Giorgio Lucas Editore, 1995), “Quante cose che non sai di me – Le 7 anime di Ligabue” (Arcana, 2011) e il nuovissimo “ReStart” (Diarkos) uscito l’11 maggio 2020 in occasione del trentennale dell’uscita del primo omonimo album di Ligabue e di una carriera assolutamente straordinaria. Dal 2006 è direttore responsabile di Hitmania Magazine, periodico di musica spettacolo e culture giovanili.

1 COMMENTO

  1. Effettivamente Gilberto, non posso darle torto per quel che riguarda l’acustica, ma la carica emotiva che ci mette Springsteen e che ci trasmette a noi che siamo lì non ha eguali.

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