Non essere cattivo. L’ultimo Caligari

Vite tamarre a Ostia anni Novanta: fami chimiche, sentimenti romantici

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Non essere cattivo
di Claudio Caligari
con Luca Marinelli e Alessandro Borghi.
Voto 7-

Due amici borgatari che parlano romanesco, negli anni Novanta, nullafacenti, tamarri, discotecari, ladruncoli,  impasticcati, cocainomani, spacconi, violenti, spacciatori occasionali, con famiglie disastrate, nessun lavoro, brutte compagnie e gusti nauseanti, in varie avventure nella terra di nessuno tra Roma e il mare di Ostia: Cesare che gigioneggia e vuole giocare alla candela che brucia da due parti, Vittorio che alle prime avvisaglie che il cervello gli si squaglia per troppa chimica cattiva prova a mettersi in riga e trovarsi un amore e un lavoro. Pasoliniani? No. Forse i posti son quelli, ma i due antieroi di Caligari (Amore tossico) sembrano un incrocio tra i fumetti di Andrea Pazienza e i fotoromanzi del dopoguerra: sotto sotto sono dei sentimentali disperati che cercano, come i poveri ma belli di un tempo, un tetto, dei soldi, una donna, dei figli: solo che si esprimono come figli di un mondo che dalle promesse della tv sta passando alla crisi. Non essere cattivo è il monito scritto sulla pettorina di un orsachiotto di peluche rubato per una nipotina che sta morendo di AIDS e che rivredremo in croce sulla tomba della piccola. Un kitsch affettuoso che rende la psicologia dei personaggi. Fortemente voluto da Valerio Mastandrea Non essere cattivo è il film che Caligari ha finito prima di morire nel maggio scorso.

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