Le notti magiche romane di Bruce e Patti

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La seconda giornata romana di Bruce e Signora per le strase della Capitale si consuma tra lo Stadio dei Marmi (dove si disputa il Longines Global Championship Tour e oggi – sabato –  Jessica si gioca un bel po’ di punti per andare alle Olimpiadi 2016), le strade del centro, e l’Hotel de Russie, quartier generale dellla famiglia Springsteen a Roma.

Appuntamenento all 8 nel bellissimo complesso a ridosso dello stadio Olimpico dove si disputano le prime gare del mattino. Bruce e Patti, come di consueto, assitono all’esibizione della figlia poi lasciano lo stadio e tornano in centro. Vengono avvistati in via Torino, a due passi dal Palazzo delle Esposizioni, poi ancora nelle vie che portano a piazza di Spagna. Nel pomeriggio, intorno alle 3, sono di nuovo allo Stadio dei Marmi, per la seconda manche, chiamiamola così, del concorso. Su Roma si abbatte un nubifragio che bloccca tutto: traffico, cavalli, gare. Bruce e Patti rimangono seduti al loro tavolo in piacevole conversazione con alcuni amici. Impossibile avere nella zona ristorante dove è stata praticamente allestita la tribuna vip e dove ovviamente si mangia. Non servono tessere stampa, amicizie più o meno millantate, scene lacrimose: gli addestti all’ingresso sono inflessibili. L’ordine del resto è stato tassativo Bruce non si può disturbare per nessun motivo. Nel frattempo, finito l’acquazzone e ripresa la gara, Jessica fa un percorso netto (nessun errore) e si gioca in finale insime ad altri 11 cavallerizzi, il premio da 91.500 euro. Non vince per un pelo, anzi per un palo, quello dell’ultimo ostacolo che cade proprio quando sembra averlo superato. Si capisce che fanno tutti il tifo per lei dal “noooo” di disapprovazione e delusione che accompagna a terra quel palo.

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A questo punto bisogna solo aspettare che Bruce esca dalla tribuna blindatissima. Passa del tempo ovviamente, anche perché tra una stretta di mano una foto con le autorità presenti (primo fra tutti il Presidente del CONI Giovanni Malagò) c’è da aspettare anche Jessica. Quando finalmente arriva, sorridente e solare come se avesse vinto, il gruppetto che staziona nei pressi del minivan comincia ad agitarsi ma  c’è tempo appena per un paio di scatti col cellulare  perchè i tre Springsteen vengono letteralmente spinti nel van nero e portati via. Jessica viene lasciata in hotel, dove più tardi cenerà in compagnia di un’amica, Bruce e Patti s’involano nella notte romana seminando un nugolo di scooteristi irriducibili che lo seguono come un drappello d’onore. Ma qui scatta l’esperienza e il genio dell’autista: accosta il van apre un primo sportello e attende con calma che tutti gli scooter e le moto vengano messi sul cavalletto e spenti. Ed è in quel momento che rapidamente richiude lo sportello, apre il gas e riparte verso una meta sconosciuta a tutti.

Qunado i due tornano al de Russie c’è tempo per bere un ultimo drink nello splendido giardino interno dell’hotel dove Bruce, ma soprattutto Patti, ritrova una carissima amica di vecchia data: è Simona Virlinzi, sorella del compianto Francesco, anche lui come la sorella produttore musicale, grande appassionato di musica e scopritore di talenti – fu il primo a portare i R.E.M. in Italia – e grande amico di Bruce. E’ un incontro commovente, un abbraccio lungo, caloroso e affettuoso tra due amiche che non si vedono da tanti anni ma che in un secondo hanno ripreso i fili della loro empatia come se non si fossero mai perse di viste.”Come sta tua mamma, cosa fa, come stanno i tuoi figli, come sono diventati grandi…” questo chiede Patti alla sua amica ritrovata. E’ un attimo che racchiude in sé un legame di stima e affetto infinito.  Anche Bruce è sorpreso e felice al tempo stesso, anche Bruce conosce Simona da anni, anche lui ha un affetto sincero per lei e per lei e per la sua famiglia (gli dedicò anche una canzone durante un concerto subito dopo la sua morte specificando, in italiano,  “Questa è per il mio amico Francesco“). “Ridammi il tuo numero, ti chiamo“, “Sì ma fallo davvero e vieni in Sicilia“. “I will”. Promette Patti.

Ecco, ci sono certe notti che nascono in un modo strano,  che ti portano a conoscere una persona bella in maniera casuale e a ritrovarne altre, altrettanto belle,  che conosci da una vita e non vedi da anni, ma con le quali ritrovi subito il feeling di un tempo. E non importa che siano rockstar, autisti, scrittori, impiegati o studenti. Sono notti  magiche che accadono solo in alcuni momenti particolari e solo a Roma: ieri era l’11 settembre e finalmente, da adesso in poi,  lo ricorderemo per una cosa bella!

Quando Francesco Virlinzi conobbe Bruce aveva 22 anni, era il 1981 e da Catania andò fino a Zurigo, insieme a sua sorella Simona, per vederlo in concerto. Sul suo diario scrisse: “Non c’è niente che duri un’eternità, ma ci sono ricordi che durano una vita!

Patrizia De Rossi è nata a Roma dove vive e lavora come giornalista, autrice e conduttrice di programmi radiofonici. Laureata in Letteratura Nord-Americana con la tesi La Poesia di Bruce Springsteen, nel 2014 ha pubblicato Bruce Springsteen e le donne. She’s the one (Imprimatur Editore), un libro sulle figure femminili nelle canzoni del Boss. Ha lavorato a Rai Stereo Notte, Radio M100, Radio Città Futura, Enel Radio. Tra i libri pubblicati “Ben Harper, Arriverà una luce” (Nuovi Equilibri, 2005, scritto in collaborazione con Ermanno Labianca), ”Gianna Nannini, Fiore di Ninfea” (Arcana), ”Autostop Generation" (Ultra Edizioni) e ben tre su Luciano Ligabue: “Certe notti sogno Elvis” (Giorgio Lucas Editore, 1995), “Quante cose che non sai di me – Le 7 anime di Ligabue” (Arcana, 2011) e il nuovissimo “ReStart” (Diarkos) uscito l’11 maggio 2020 in occasione del trentennale dell’uscita del primo omonimo album di Ligabue e di una carriera assolutamente straordinaria. Dal 2006 è direttore responsabile di Hitmania Magazine, periodico di musica spettacolo e culture giovanili.

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