Freeheld: Amore, giustizia, uguaglianza
di Peter Sollett
con Julianne Moore, Ellen Page, Michael Shannon, Steve Carell, Zach Galifianakis
Voto 6-
Freeheld narra di una poliziotta omosessuale che trova la compagna della sua vita, inizia a convivere, si ammala di cancro e deve combattere per far passare (come prevede peraltro la legge sulle coppie di fatto) la pensione alla compagna dopo la sua morte. Tale passaggio non viene concesso per un calcolo politico (siamo nel New Jersey di una decina di anni fa): non sarebbe un problema di bilancio, ma aprirebbe la strada al riconoscimento dei matrimoni gay. E i “saggi” che devono legiferare per la contea non se la sentono di affrontare un tema di livello politico così alto. Intervengono tre personaggi del film: il collega che fa coppia con la poliziotta da anni (e non ha mai sospettato la sua omosessualità), il collega giovane e gay che non osa fare outing per paura dell’ostracismo e del blocco della carriera, un attivista gay ebreo e brillante che si batte per incastrare i politici locali reticenti sul tema dei matrimoni omosessuali. Ma la nostra poliziotta non resiste al tumore per il matrimonio (che non le interessa, neppure gay), ma per i diritti civili. Il film in questo è lineare: carriera, quasi promozione, storia d’amore, malattia, calvario delle chemio, calvario delle sedute in tribunale, atti di coraggio individuali che spaccano l’ottuso timore delle istituzioni. Il concetto è che la rivoluzione passa attraverso prese di coscienza individuali. Il metodo con cui il film lo racconta è monodimensionale e pedagogico, se non fosse che gli attori sono altamente professionali si sarebbe tentati di dimenticarlo come un (meritorio) docudrama di seconda serata. Però non bello. È la versione fiction del documentario di Cynthia Wade andato all’Oscar con lo stesso titolo
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