Regression. Attenti alle allucinazioni collettive

Amenabar regredisce agli anni Novanta delle sette sataniche

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Regression
di Alejandro Amenábar
con Ethan Hawke, Emma Watson, David Thewlis, Lothaire Bluteau, Dale Dickey.
Voto 6-

Siamo negli anni Novanta.  In un posto nel niente della provincia americana il detective Kenner  di Ethan Hawke incappa in una brutta storia di abusi in famiglia. La ragazzina Emma Watson violentata dal padre. Il padre lo ammette. Ma non ricorda. Il detective utilizza lo psicologo David Thewlis che usa l’ipnosi regressiva. L’ipnosi regressiva svela un groviglio terribile di riti satanici, sette, sacrifici e complicità aberranti di tutta la famiglia. A supporto parte un’indagine per cercare testimonianze da un fratello fuggito e da altri coinvolti nei fatti. Ma anche il detective comincia a entrare in un territorio di incubi notturni in cui non riesce a orizzontarsi, fino a che non vede un manifesto pubblicitario. Per amor di trama non andremo molto oltre, caso mai per stare in tema dovremmo regredire. Diciamo solo che la storia, ispirata a un’ondata di attenzione che in quegli anni ebbero le sette sataniche, tra le mani di Amenabar (The Others, Apri gli occhi), ha delle ambizioni che vanno oltre il semplice racconto dei rituali pruriginosi per entrare nel territorio delle ossessioni e delle allucinazioni di massa. Diciamo solo che stavolta l’ambizione non è supportata dai risultati, qualcosa non ha proprio funzionato e  rispetto alla carriera di Amenabar è proprio una regressione. Non è una condanna. In attesa di riscatto…

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