Quo Vado? Zalone s’impiega ma non si spezza

Storia di un impiegato che non vuole essere rottamato

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Quo Vado?
Un film di Gennaro Nunziante
con Checco Zalone, Eleonora Giovanardi, Sonia Bergamasco, Maurizio Micheli, Ludovica Modugno
Voto 7

Il tema del film Quo Vado? (fin dal titolo un cortocircuito “prendi, ridi e vai oltre”) e della canzone che corona il film è: la prima Repubblica non è finita, il rappresentante della resistenza al cambiamento è Checco Zalone, burocrate, scapolone, mammone, aggrappato al posto fisso in un’Italia dove tutti i dipendenti pubblici in eccedenza sono stati resi liquidi ma non liquidati. Per non abbandonare le cattive abitudini non accetta buone uscite e una funzionaria aggressiva esponente del Nuovo-Che-Rottama  lo sposta qua e là per la penisola per ammorbidirlo e poi lo fa gettare da un elicottero in giacca e cravatta a proteggere dagli orsi bianchi una ricercatrice del CERN nei dintorni del Polo Nord. Lì s’innamora e impara a vivere in Norveglia, a gestire figli di molti amori non suoi, a essere civile, a rispettare le code, a non suonare ai semafori, a non parcheggiare in seconda fila. Fino al giorno in cui vede in tv Romina e Al Bano riuniti a Sanremo e la nostalgia del vecchio lo travolge. Tutto questo raccontato a una tribù africana che sta per friggerlo. Fa ridere?
Fa ridere. Un ridere fresco rispetto allo standard italico: tempi comici veloci, sorrisi, qualche passaggio ovvio, ma anche tanti paradossi e cambi di ritmo, la parolaccia giusta al momento giusto  (come il Zalone cantautore che fa dei suoi versi un film) e un certo numero di omaggi al passato della commedia all’italiana buona-perché -“cattiva”. Si sente che l’autore Luca Medici controlla il suo Checco Zalone, anche perché ha una responsabilità non invidiabile: dopo le precedenti prestazioni, con le 1300 copie di Quo Vado? che partono in sala (prima volta) alle 01 del primo gennaio 2016, ci si aspetta da lui la rivincita del cinema italiano. Si sente che lui e il regista hanno studiato tanto Sordi che fa l’italiano, tanto Villaggio che fa Fantozzi e qualche straniero così accorto da sembrare gettato lì. Capolavoro? Forse no, perché il coraggio del finale acido non c’è stato. Però ridi anche se sei prevenuto, a sorpresa, e questo è tanto…

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