Avete riconosciuto il secondo da destra, quello semi-sdraiato con giacca scozzese, camicia a quadrettoni rossi e neri e cravatta? Ebbene sì, è proprio lui, Lorenzo Cherubini, non ancora Jovanotti. Questa foto è stata scattata nel 1985 negli studi di Radio Jolly Stereo, l’emittente romana in cui lavorava all’epoca facendosi chiamare Lorenzo Lorenzo, forse per scimmiottare i Duran Duran, che erano all’apice del successo. Assieme a lui, nella foto, ci sono Carlo Bonarrigo, Fabio Martini, Marco Costa e Pino Bax. Fu quest’ultimo a portare Lorenzo da Fabio Martini, proprietario della radio, che decise di dare fiducia a quel ragazzo.
«Eravamo giovanissimi, giocavamo con la radio», racconta Fabio. «Ma di Lorenzo si notarono subito le sue qualità e la sua fantasia. Un merito me lo prendo. Quello di avergli fatto fare quello che voleva, senza limiti, senza steccati».
Nel libro Il cielo sopra gli stadi, Lorenzo racconta: «Avevo conosciuto un ragazzo che aveva qualche anno più di me. Aveva aperto una piccola stazione FM. Gli dissi: “Affidami la programmazione, ho delle grandi idee”. Lì iniziai a intripparmi per davvero, perché ero parte integrante dell’organizzazione. Rifondammo la radio dalle radici. Avevamo a disposizione soltanto 5.000 watt e non riuscivamo a coprire nemmeno tutti i quartieri, però avevamo un seguito di ascoltatori molto affezionati».
Fabio Martini non si era sbagliato a fidarsi di lui. Quel ragazzo stava iniziando a farsi notare in varie discoteche della Capitale. Qualche tempo dopo avrebbe iniziato a lavorare in un locale mitico come il Veleno, incidendo il suo primo disco, Walking, e assumendo quel nome d’arte che usa ancora oggi. Il resto è storia nota…
Quello che non tutti sanno, invece, è che quell’emittente esiste ancora. Però ha cambiato nome: ora si chiama RTR 99 Radio Ti Ricordi. È una radio fuori dal coro, piccola, ma molto seguita. E nei sui studi transitano regolarmente grandi nomi della musica italiana, da Baglioni ai Pooh, da De Gregori a Morandi. Lorenzo invece non ci è più tornato. «Se un giorno decidesse di venirci a trovare», chiosa Martini, «sarebbe senz’altro un fantastico gioco di nostalgia e ricordi».