Creed. Menatevi e moltiplicatevi

Si chiama Creed ma si legge Rocky VII

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Creed – Nato per combattere
di Ryan Coogler
con Michael B. Jordan, Sylvester Stallone, Tessa Thompson, Phylicia Rashad, Tony Bellew.
Voto 7 meno (come le puntate della serie)

Apollo Creed, il mitico avversario/amico di Rocky, prima di morire in Rocky IV aveva fatto un figlio con un amore estemporaneo. Adonis. Nato dopo la morte di Apollo e morta la mamma, il piccolo Adonis era cresciuto tra brefotrofi e case famiglia, fino a che la signora Creed non l’aveva adottato. Era ovviamente incazzoso e col dna del pugile. Picchiava tutti. Da grande molla l’impiego fisso per fare il boxeur professionista (un pugno nello stomaco ai precari di tutto il mondo…) e si rivolge a Rocky (eletto “zio”) per essere allenato, ma senza mettere in piazza in nome di papà. Rocky l’allena alla vecchia maniera: “un pugno, un round, un combattimento alla volta”, al di là del dolore e della fatica sostenibili, con metodi ruspanti,  fino a farlo diventare ciò che sente di essere ma teme di osare essere: cioè il figlio di suo padre. Poi, come in tutte le puntate della favola di Rocky (questa è la settima), c’è sempre un campione furbacchione che all’apice della carriera, nel terrore della fase calante, mette in palio il titolo su misura per uno sfidante che può fare in un combattimento tutta la carriera di una vita. Il film è medio/ben fatto: il ragazzo Creed è proprio come te l’aspetti, l’allenamento comprende anche l’inseguimento del pollame e c’è persino la solita storia d’amore tenera tenera. La sorpresa è Stallone: spudorato, gioca in sottrazione (la mia vita è tutta dietro, davanti non c’è niente), borbotta qua e là con estremo minimalismo massime degne di Yoda e non arretra neanche davanti alla lettura del quotidiano davanti alle tombe di Adriana e di Paulie su un seggiolino al cimitero o a una chemioterapia simbolo/controsimbolo dell’allenamento durissimo di Creed. Poi, braghe a stelle e strisce e giù botte nei trenta minuti finali. Che stanno al primo Rocky come Star Wars Il ritorno della forza sta al primo Guerre Stellari… Il globo d’oro di Stallone è meritato. Anche per l’eleganza di aver commissionato Rocky VII e di averlo chiamato Creed. Ora che non picchia più potrebbe anche mandare al tappeto l’Oscar…

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YouTube / Warner Bros. Italia – via Iframely

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