Laura Bono si racconta: da Vasco Rossi a “Segreto”

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Laura Bono è sicuramente uno dei migliori talenti del pop-rock italiano degli ultimi anni: dalla vittoria di Sanremo Giovani nel 2005 con Non credo nei miracoli, che l’ha portata ad aprire i concerti di Vasco Rossi quello stesso anno, all’essere diventata una vera e propria star in Finlandia, è seguito un periodo in cui ha abbandonato le major discografiche per fondare una propria etichetta. Con La mia isola la cantautrice di Varese ha pubblicato il suo ultimo album Segreto (qui la nostra recensione), co-finanziato grazie al crowdfunding su Musicraiser. Di tutto questo e di molto altro abbiamo parlato con lei in una lunga chiacchierata in un pomeriggio milanese.

Nel 2005 hai aperto i concerti del tour di Vasco Rossi, realizzando in quell’occasione anche il videoclip di Tutto ha una spiegazione. Come ci si sente a salire da esordiente su quel palco, di fronte a decine di migliaia di persone?
L’emozione di salire su quel palco è di quelle che tolgono il respiro, ma quando passi quell’attimo di terrore iniziale diventa un’esperienza fantastica.
C’è da fare una premessa: se sei un esordiente, appunto, e non conosci bene quello che succede nei concerti di Vasco perché prima non hai mai avuto il piacere di vederlo dal vivo, non sai mai come si comportano i suoi fan con i supporter, in più se Federico l’Olandese Volante non ti presentasse con “ecco a voi la vincitrice di Sanremo Giovani” sarebbe meglio, perché poi partono le bottigliate, ed è successo anche a me. L’impatto iniziale è stato quindi traumatico, poi passata la paura i fan hanno capito che io ci tenevo a stare su quel palco che Vasco gentilmente mi concedeva, hanno visto che ero determinata, hanno ascoltato le mie canzoni e da lì in poi mi hanno accolto positivamente.

Il tuo secondo disco, S’intitola così, è uscito solo per il mercato finlandese, dato che dopo il primo album lì eri diventata un’autentica star. Com’è nato il tutto?
Subito dopo Sanremo Giovani c’era un radio in particolare che era rimasta colpita da Non credo nei miracoli e ha iniziato a trasmetterla, e nel giro di una settimana tutte le radio finlandesi passavano le mie canzoni, come in una sorta di amore a prima vista tra loro e la mia musica. Da lì a dieci giorni già facevo la spola Milano-Helsinki e ho fatto un tour in tutto il paese. Girando la Finlandia e conoscendo le persone ho notato che molti di loro amano la cultura italiana, e imparavano l’italiano con le mie canzoni. Quando sono entrata in un negozio di musica ho visto il mio disco vicino a quelli di Pausini, Ramazzotti e Bocelli ed è stato incredibile.

laura bono - segretoVeniamo ai giorni nostri. Hai prodotto il tuo nuovo album, Segreto, grazie a Musicraiser. Com’è nata l’idea?
Era un po’ di tempo che sentivo parlare di queste piattaforme dove si fa crowdfunding, però all’inizio ero un po’ titubante, perché noi italiani spesso siamo chiusi mentalmente, e mi sembrava quasi come chiedere l’elemosina. Però poi guardando anche quello che succede all’estero, dove questo tipo di iniziative sono molto usate come modo per autofinanziarsi e proporre dei progetti di qualsiasi tipo, non solo di musica, mi sono convinta che poteva essere la cosa migliore per riuscire a finire il progetto. Avendo un’etichetta indipendente le spese per far bene un progetto e promuoverlo sono esorbitanti: io ho voluto una produzione di alto livello, curata da Davide Tagliapietra, e nel disco suonano musicisti eccellenti. Ovviamente però più alzavo l’asticella più le spese aumentavano, quindi ho chiesto aiuto i miei fan, e in questo modo oltre alla vera e propria raccolta fondi facevo anche promozione, coinvolgendoli, ed è andata bene perché abbiamo superato il nostro budget e potuto portare a termine il lavoro esattamente per come lo volevo.

Tra le varie ricompense per chi contribuiva alla raccolta fondi c’erano in palio anche degli “home concert”, ovvero dei concerti nelle case dei tuoi fan.
E’ stata una figata! Se potessi farei solo concerti in casa, perché è una situazione bellissima, molto familiare, molto intima. Io sono partita un po’ timorosa pensando “Oddio, vado lì e cosa faccio?”, invece è stata una figata assurda, perché proprio mi sento a contatto coi fan, che io chiamo i miei pezzi di cuore, e quindi mi sono trovata davvero molto bene perché avvertivo tutto l’affetto e vedevo benissimo lo stupore nei loro visi, mentre allo stesso tempo io ero stupita ancora più di loro per tutto questo amore che mi dimostravano, quindi è stata un’esperienza fantastica.

Come dicevi poco fa, tu hai deciso di aprire una tua etichetta indipendente. C’è una canzone del disco, Pescecani, che sembra un attacco al mondo della discografia, governato dalle major.
Sì, la canzone nasce da quello ed è un po’ un attacco al mondo del lavoro in generale, stando dalla parte delle persone che hanno un talento, sanno fare il proprio mestiere ma a volte si vedono impossibilitati perché o non c’è lo spazio o si vedono passare sempre davanti le solite persone, che ti fanno lo sgambetto. Nel mio caso è nato tutto da una situazione discografica non facile, e per un po’ di tempo avevo lasciato la canzone nel cassetto, fino a che una mia amica non mi ha raccontato dei suoi problemi sul lavoro, io l’ho sentita molto vicina a quello che avevo vissuto io, così ho deciso di tirare fuori il brano dal cassetto e di pubblicarlo. D’altronde anche fare musica è un lavoro come un altro, e penso che in questa canzone possa riconoscersi tanta gente perché quello di non veder riconosciuto il proprio talento nel proprio ambito lavorativo è un problema di cui molte persone soffrono, soprattutto in Italia.

Laura Bono_Segreto_1Parlando di segreti, quanto è stato difficile dover mantenere segreta la relazione con un’altra donna?
E’ facile tenere le cose segrete, basta chiudersi in casa. Però lì poi ti scontri col tuo dolore interno, con l’impossibilità di poterti sentire libera e di poter esprimere qualcosa che vorresti esprimere, quindi è stato più che altro difficile convivere con questa consapevolezza. Adesso come adesso mi sento veramente libera come l’aria. Ho fatto la cosa giusta e sto davvero bene.

Nell’album c’è anche una canzone scritta insieme a Gianna Nannini, dal titolo Voglio te. Come è nata questa collaborazione? Ricordo che quando uscì il tuo primo disco molti ti paragonavano a lei.
E’ una cosa che capisco, perché comunque quando c’è una nuova realtà musicale che emerge devi collocarla, in quanto noi siamo abituati a collocare tutto e quindi ovviamente io sono stato collocata nel filone Nannini, Irene Grandi, cioè di quelle che hanno la voce un po’ ruvida, non certo nel filone Pausini, perché è totalmente un altro stile e un altro modo di cantare. Lo capivo ma non mi andava giù, perché io ho il mio stile e la mia personalità. E’ vero che ho sempre seguito Gianna sin da quando ero piccola, come ho seguito Vasco o Battisti, quindi ho preso da ognuno quello che mi piaceva di più e quando scrivo canzoni ovviamente il mio background musicale emerge. Tenevo tanto al fatto che mi venisse riconosciuta la mia personalità e la mia vocalità, con il tempo penso di esserci riuscita e oggi come oggi penso che non ci siano più dubbi su questo.
Gianna è stata una di quelle che è sempre stata dalla mia parte, e ricordo che la prima volta che la incontrai undici anni fa mi disse “Laura, tranquilla, io lo so che tu non vuoi imitarmi, anzi ho capito che per te sono un po’ come la tua madrina, come per me è stata Janis Joplin”.
Successivamente l’ho incontrata di nuovo grazie a Davide Tagliapietra, che oltre ad essere il produttore del mio album è anche il suo chitarrista, e siccome lei crede in me mi ha proposto di scrivere qualcosa insieme, e da lì è nata Voglio te. E’ stata per me un’esperienza fantastica, perché avendola sempre seguita ritrovarsela fianco a fianco, nel suo studio di registrazione, a scrivere insieme una canzone, puoi immaginare che tipo di emozione fosse. La canzone suona molto “nanninesca” e a me piace quando si sente la mano dell’autore. Il bello è poterci mettere delle parole mie, insieme alle sue, e rendere Nannini-Bono la cosa, con la mia voce. E’ stato emozionante cantarla, perché all’inizio mi sentivo in soggezione a cantarla di fronte a lei, e quindi cercava dei modi per farmi sentire a mio agio. E’ stata molto dolce, quasi materna.

Hai annunciato la prima data del tour, che sarà  il 24 Aprile all’Osteria della Musica di Cepagatti (PE). Quando arriveranno le altre date?
Ci stiamo lavorando, un sacco di cose bollono in pentola, e le annunceremo presto.

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