Grimsby – Attenti a quell’altro
di Louis Leterrier
con Sacha Baron Cohen, Mark Strong, Isla Fisher, Rebel Wilson, Gabourey Sidibe
Voto 5/6
Succhiarsi veleno dai testicoli, confondere una ninfomane con l’idraulico che deve sturare un cesso, nascondersi nella vagina di un’elefantessa, sacrificarsi sedendosi su grossi razzi. L’umorismo estremo di Baron Cohen torna ad anello sulla barzelletta. È più volgare lui che si distrugge il cervello per fare il volgare o un film lucidato per sembrare elegante al grande pubblico? Dilemma irrisolvibile, anche se di moda. Stavolta Cohen è un hooligan inglese acconciato come Liam Gallagher degli Oasis, disoccupato con troppi figli e compagna “scrofa” (lo dice lei): Strong è suo fratello appena ritrovato, agente segreto da videogame con licenza di sterminio. Separati appena orfani dalle istituzioni si ritrovano dopo trent’anni quando Strong cade in disgrazia mentre indaga sull’attentato a una benefattrice dell’umanità. Insieme mixano action di spionaggio e comicità alla Cohen. La nuova comicità alla Cohen, rispetto a quella di Borat esaspera la già inquietante inclinazione per il trash orientato sul numero e la grandezza degli oggetti che possono entrare in qualche orifizio. È una scelta estetica coerente con l’estremizzazione dell’immaginario di Borat o un sintomo? E fa ridere? L’altro filone, che si vorrebbe caustico, è il lancio della carrozzella con paraplegico annesso (già preparato per una cerimonia pubblica qualche anno fa) e la risataccia sui luoghi comuni della beneficienza spettacolo. Ci sta, ma annoia. E devono far ridere o no i flashback dickensiani sulla triste infanzia dei fratelli? Tormentoni e battutacce sull’attore che fa Harry Potter, su Donald Trump e altri bersagli pop. Però la minestra sta raffreddandosi.
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