Criminal
di Ariel Vromen
con Alice Eve, Ryan Reynolds, Gal Gadot, Kevin Costner, Gary Oldman
Voto 6
Kevin Costner l’ha definito un popcorn movie con dentro un grattacapo. È così. Un agente Cia (Reynolds) viene torturato e ucciso mentre cerca di arrivare attraverso un hacker a un anarcoterrorista che vuole distruggere il mondo: la Cia accelera un programma sperimentale per trasferire la memoria memoria del morto nel cervello di un vivo per riattivare la pista. Fa da cavia un detenuto privo di concetti di bene e di male a causa di una menomazione psichica. Una bestia tenuta in catene. Dopo l’operazione il detenuto Jericho (Costner) con le sue belle cicatrici da creatura di Frankenstein è in effetti una macchina da distruzione istintiva che ogni tanto scopre d’avere un’anima, però di un altro. Passato come il primo film ultraviolento di Costner è in realtà l’ennesimo film in cui Costner mette la sua mansuetudine al servizio di uno sprint animalesco (e poi tutti dimenticano che aveva già fatto un piacevole killer seriale in Mr Brooks). Fatte salve certe parti ovvie e obbligate (comportamenti maneschi, effetti speciali, inseguimenti, sparatorie) Costner sembra divertirsi a rifare a modo suo il Frankenstein di James Whale, dove la creatura era disperata e letale ma, nel suo modo ingombrante e pericoloso, anche gentile. Curiosità: è la seconda volta in poco tempo che qualcuno pasticcia col cervello di Reynolds: In Self/Less incamerava lui la memoria di Ben Kingsley…
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