La foresta dei sogni. Lutto continuo

Pellegrinaggio in una fantasia di suicidio

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La foresta dei sogni
di Gus Van Sant
con Matthew McConaughey, Naomi Watts, Jordan Gavaris, Ken Watanabe, Katie Aselton
Voto 6

Il matematico americano McConaughey parte con un biglietto di sola andata per il Giappone: la sua meta è Aokigahara, “il mare di alberi”, la foresta dove arrivano aspiranti suicidi da ogni parte del mondo. Nel folto ogni tanto c’è un corpo dimenticato e la selva (oscura, certo) sembra brulicare di spiriti… Ma il nostro incontra un vivo, Wanatabe, che ha fallito il suicidio. I due si perdono in un crescendo di angosce e incidenti davvero punitivo (come il giapponese spiega all’americano Aokigahara è l’equivalente del Purgatorio dei cristiani) e mentre il dolore aumenta al matematico salgono i ricordi di un disamore seguito da una malattia seguito da un incidente (troppo, in effetti).
A Cannes la critica ha in generale massacrato Van Sant, accusato di misticismo lacrimogeno. Vere ambedue le cose: ma quando il tema è il lutto per una persona morta (e un amore ammazzato dai silenzi) il kitsch è soggettivo. Comunque sì: è un Van Sant slabbrato rispetto alle sue rigorose abitudini, e secondo noi un Van Sant addolorato che ha nascosto in una malinconia eterosessuale il lutto di un amore omosessuale. Forse è lì (cercate nel film “il paradiso dell’acqua…”) il cosiddetto misticismo. Lacrimogeno, certo.

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YouTube / Lucky Red – via Iframely

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