Giusy Ferreri inaugura il suo tour estivo nella suggestiva cornice dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, raccogliendo un successo di pubblico e critica.
L’artista palermitana si presenta in splendida forma alla prima delle tre date promozionali della tournée che, dopo la capitale, Milano e Palermo, la vedrà impegnata nelle piazze di tutta Italia.
Settecento spettatori, venti canzoni in scaletta, due ore di concerto; un vero e proprio viaggio tra i successi che hanno caratterizzato i primi otto anni di carriera di Gaetana: da Non ti scordar mai di me fino a Roma-Bangkok, pezzo diventato il tormentone dell’estate 2015, capace di collezionare circa 110 milioni di visualizzazioni su YouTube.
Giusy sale sul palco della Sala Petrassi alle ore 21:00 sulle note di Volevo te.
L’abito nero che indossa le lascia l’addome scoperto. Lei, che sa utilizzare benissimo anche il linguaggio del corpo, si fa trasportare dalle note della musica, esibendosi in una sorta di danza del ventre in versione pop. Due stili antitetici che trovano un connubio perfetto nella sensualità dei suoi movimenti.
È brava Giusy Ferreri; l’acustica perfetta dell’auditorium valorizza nel migliore dei modi timbro, cadenza, intonazione ed estensione; caratteristiche che rendono inconfondibile ed inimitabile la sua voce.
Tiene il palco molto bene, troppo bene; tanto che, in alcuni passaggi della sua esibizione, riesce a far scatenare il pubblico, inizialmente condizionato dall’austerità della location.
È molto sicura di sé, lo è sempre stata. Una sicurezza che, in tutti questi anni, non è mai sfociata in quell’autoreferenzialità che contraddistingue molti dei suoi colleghi.
Gli elementi naturali che fanno capolino nei testi delle canzoni mettono in risalto un rapporto viscerale con la sua terra d’origine: la Sicilia. Crocevia di popoli e religioni, etnie e sapori, usi e costumi; una vivacità culturale che Giusy ha saputo cogliere, assimilare e trasformare in musica. La Trinacria è terra di tradizioni antiche, di valori profondi e consolidati, nella quale la famiglia rappresenta non solo il nucleo sociale elementare, ma la colonna portante dell’intera comunità. Sulle rive di Mondello non c’è individualismo, ma si è parte integrante di una collettività. Non è un caso che Giusy, prima di congedarsi, si faccia portare sul fronte palco un leggio e ringrazi uno ad uno musicisti, staff, produttori, tecnici, fonici e backliner.
Un omaggio a tutti coloro che, lontano dai riflettori, rendono possibile uno spettacolo brioso e coinvolgente, vivo ed animato.
Un passaggio che sottolinea la genuinità e l’umiltà di una cantante che ha saputo farsi strada con caparbietà e determinazione nel mondo della musica italiana.
Otto anni sono trascorsi dal suo exploit ad Xfactor. Dopo averla vista all’opera è lecito pensare che nei prossimi otto si possa passare dalle piazze ai palazzetti, dai palazzetti agli stadi. Sognare non costa nulla e quando si sogna tenendo i piedi ben ancorati a terra e non cullandosi sugli allori, tutto diventa possibile.
La scaletta
Volevo te
Novembre
Come un’ora fa
Rossi papaveri
Il mare immenso
Respiro
Stai fermo lì
La scala (The ladder)
Nessuno come te mi sa svegliare
Piccoli dettagli
Noi brave ragazze
Roma-Bangkok
Prometto di sbagliare
Il cielo è sempre più blu
Il party
Encore
Ti porto a cena con me
Inciso sulla pelle
Non ti scordar mai di me