VxL, Voci per la libertà, la manifestazione musicale e di cultura sociale di Amnesty International, nata a Villadose nel rodigino, ha raggiunto la sua diciannovesima edizione premiando a Rosolina Mare i migliori artisti emergenti del contest e consegnando a Edoardo Bennato il premio annuale di Amnesty Italia per la canzone di grande artista dal significato sociale più in linea con il tema dei diritti umani. “Sono molto contento di questo premio, anche perchè così questa canzone la potrete sentire, dato che le radio non la passano”, commenta Edoardo ironicamente polemico con il mondo dei media.
“Pronti a salpare”, tratta dal suo ultimo album, è una canzone – spiega – a doppia interpretazione. Racconta di quanti attraversano il mare alla ricerca di un mondo migliore, “ma è anche dedicata a tutti noi che stiamo da questa parte e che abbiamo bisogno anche noi di crescere e capire, di ‘salpare’ in qualche modo”.
Edoardo racconta in conferenza stampa della sua visione di mondo a due velocità, di una grande unica “famiglia umana” senza razze ma solo piccole differenze estetiche createsi col tempo e gli spostamenti dall’equatore ai poli, racconta della sua visione di una “famiglia adulta” e una “bambina” che va aiutata a crescere nella comprensione dei diritti umani, della tecnologia, del senso di condivisione pacifica del mondo. I suoi ultimi album sono pieni di visioni del mondo dal suo personale punto di vista, anticipando i tempi “peccato che li abbiano ascoltati in pochi, perché sembra che chi comunica ce l’abbia con me forse perché non appartengo a lobby di destra o sinistra”.
In compenso la piazza di Rosolina Mare si è riempita per ascoltarlo: lui, la sua chitarra e armonica, il notevole chitarrista Giuseppe Scarpato a completare la parte musicale e due ragazze a girare su un cartellone le pagine di “Non è amore”, del 2003, altra canzone denuncia come “Pronti a salpare”.

Il premio del contest è invece andato ai Do’Storieski, coppia di cantastorie folk, Leo Miglioranza e Alberto Cendron, ben noti nella Marca Trevigiana (Miglioranza vinse il premio Amnesty nel 2013) e che hanno ottenuto il pieno di consensi da giuria e pubblico, a smentire – ha annotato il portavoce di Amnesty, Riccardo Noury – il pregiudizio di un Veneto lontano da sentimenti di antirazzismo e ospitalità. “Tuto a contrari” è un brano mediterraneo cantanto nell’italiano maccheronico di un immigrato che non si capacita di ciò che vede e percepisce, un mondo al contrario dove i mari uniscono e le terre dividono.

Ottimo il livello dei cinque finalisti di una lunga selezione, con la proposta moderna di A Tea with Alice, con i musicisti pugliesi indossanti maschere da personaggi di Lewis Carroll (premio della critica), la bella voce della barese Cloud (premio della giuria popolare) e i consensi per gli altri finalisti, i rocker napoletani Quarto Imprevisto e i calabresi Statale 107 Bis con la loro buona sezione di fiati.

Voci per la Libertà – Una canzone per Amnesty nacque per iniziativa di un gruppo di attivisti locali a Villadose, paese del rodigino tristemente noto per l’ultima strage nazista in Italia, una rappresaglia compiuta proprio il 25 aprile 1945, giorno della Liberazione. L’idea del contest di artisti emergenti legato a canzoni di carattere sociale e legato ai diritti umani si è poi sviluppata con l’aggiunta del premio Amnesty Italia destinato ad artisti capaci di dare con le loro canzoni maggior cassa di risonanza ai temi in questione.

Il rapporto con Villadose si interruppe di fatto nel 2011 quando la neoeletta amministrazione comunale di centrodestra si dissociò pubblicamente dall’assegnazione del premio nazionale a Simone Cristicchi per “Genova brucia”, canzone dedicata all’irruzione poliziesca alla scuola Diaz di Genova durante il G8, che provocò decine di feriti e poi 23 condanne dei vertici di polizia all’epoca dei fatti (confermate nei tre gradi di giudizio) e la condanna dell’Italia da parte della Corte Europea dei diritti dell’Uomo. La manifestazione è migrata così prima ad Albarella e poi in via definitiva a Rosolina.

Amnesty ha approfitato della manifestazione per rilanciare le sue campagne, intanto quella contro le spose bambine, milioni ogni anno, derubate della loro infanzia e di fatto stuprate in nome della tradizione, e poi quella che pretende verità per Giulio Regeni, il giovane ricercatore ucciso in Egitto. Due campagne. Fra le tante necessarie e tuttora attive.
Giò Alajmo
18/7/2016