Ciao a tutti. E’ da un po’ che non scrivo in questo blog: precisamente, dal 6 dicembre 2015. Era il giorno del mio 22esimo compleanno: lo festeggiavo a Milano, dove mi ero trasferita per alcuni mesi, e mi preparavo per un breve viaggio a Bruxelles, uno dei più belli della mia vita.
L’unica cosa rimasta da allora, quindi, è l’età. Ora sono tornata nella ridente (si fa per dire) cittadina di Mestre e, invece di preparare la valigia per un viaggio, in questo momento sono sul regionale Santhià – Milano, dove mi aspetta (spero) un autobus Flixbus, pronto a portarmi a casa.
Ma è della settimana che ho appena trascorso che vorrei parlarvi.

Una settimana entusiasmante, in giro per il Piemonte. Nelle splendide Langhe, per il Festival Collisioni, prima, e tra le montagne del biellese, poi. Ma procediamo con ordine.
A dare il la alla mia (meritata, consentimelo) vacanza estiva è stato il Progetto Giovani del Collisioni, che ogni anno consente a decine di ragazzi di lavorare come volontari per il Festival, con le spese relative a vitto e alloggio coperte dall’organizzazione. Quest’anno, del gruppo di Spettakolo! eravamo in tre: Riccardo Medana, Claudia Assanti e io.
Siamo arrivati venerdì scorso e subito abbiamo iniziato alla grande con lo splendido concerto di Elton John, proseguendo (sempre al massimo) nei due giorni successivi, per poi andare a dormire la domenica con delle occhiaie da cocainomani.
Ma perché è bello il Collisioni? Per i concerti? Per i dibattiti? Certo, però, a esser sinceri, non avevo bisogno di affrontare il nord Italia per assistere al concerto di Elton John, che difatti il giorno successivo sarebbe stato nella vicina Piazzola sul Brenta. Tantomeno per vedere dal vivo Marco Mengoni e Mika, che non fanno esattamente quel genere di musica che amo ascoltare.
E allora, perché? Per l’atmosfera che si respira, per la gente che si incontra, per il paesaggio mozzafiato, per il vino. Perché appena inizi ad addentrarti con l’auto tra le colline delle Langhe è praticamente impossibile non trattenere il fiato, e la vista che si gode da certi punti di Barolo sulle colline adiacenti potrebbe essere da sola sufficiente a fornirti la motivazione del viaggio. E poi, dicevo, le persone che si incontrano, tutte accomunate da una stessa passione, la musica, declinata nei diversi ambiti in cui ciascuno intende specializzarsi: giornalismo, fotografia, video making, social network. E l’atmosfera, tipica di ogni festival, fatta di continue lamentele per il caldo, del lavoro che non finisce mai e della stanchezza che aumenta., sapendo però di non vedere l’ora che aprano le candidature per l’anno successivo, quando poi ci si ritroverà nuovamente insieme.
Per me, questa edizione del Collisioni è stata un’edizione “strana”. Probabilmente, mi ero goduta di più quella dello scorso anno, avevo assistito a più dibattiti, più concerti. Quest’anno invece il lavoro è stato incessante, tra raccontare i dibattiti, preparare, realizzare e montare le interviste. Ma è questo il lavoro che sogno e che spero di fare un domani.
Dopo questi tre giorni devastanti (ogni volta che partecipo a un festival del genere mi chiedo come faccia a reggere per tutti gli 11 giorni della Mostra del cinema, e ogni volta la risposta è la stessa: infatti, non reggo) ho deciso di trascorrere tre giornate rigeneranti dai miei amici Giacomo e Anais, tra le montagne del biellese. Giacomo è un chitarrista che conosco da 5 anni, un milanese “atipico”: odia il traffico, odia le città e odia il caldo. Per questo ha deciso di andare a vivere con la sua ragazza, Anais, un’eccellente violinista, in montagna, a due passi dalla Val d’Aosta. Hanno una casa bellissima con un giardino da favola, vivono di musica e, a poco più di 20 anni, hanno realizzato il loro sogno.
Insieme a Lapo, il cane di Anais, sono stata a trovarli per questi tre giorni, scanditi da musica, paesaggi, ottimo cibo (Biella: three days of music, landscape and food)… e una camminata micidiale (per me, ragazza metropolitana). Insomma, la perfetta conclusione di una settimana piemontese dedicata alla cultura e alla natura.