Gli editori hanno lunghe liste di attesa per la pubblicazione di nuovi libri che andranno ad affollare gli scaffali di alcune librerie per un tempo limitato, prima di essere sostituiti da nuovi libri ancor prima di essere una sola volta sfogliati.

Buona parte dei nuovi libri sopraggiunti, in breve subiranno la stessa identica sorte.

   Nelle abitazioni per lo più i libri somigliano a soprammobili, oggetti che all’occorrenza possano essere ammirati da chi ci farà visita.

Sono inoltre ormai oltre venticinque anni che il mondo si pregia della prima rete mondiale di collegamento e di scambio di informazioni, ma a questa costante pulsazione di miriadi di dati intellegibili, sembra corrispondere un discreto impoverimento del dialogo.

Libri non letti, a migliaia.

Dischi solo sfiorati sommariamente. Mai compresi.

Vi sono piattaforme sulla rete che propongono di conservare per i prossimi cento anni selezioni personali di mondo, secondo i desideri di chi volesse proiettarsi nel futuro.

   Ma se leggo Proust, se leggo Nabokov, se io sfoglio Kierkegaard o, come è noto, molta altra vita divenuta pensiero per essere trasportata nel tempo, in un attimo realizzo che la vera macchina del tempo è quella cosa alla quale si dà il nome di conoscenza.

Ma in verità è solo pensiero.

   E allora ti dico che io, così come so pensarti condizionando il tuo esistere quanto tu condizioni il mio, vorrei con te attraversare ogni barriera, essere il prima e il dopo, fondere mai e sempre in un unico abbraccio che sapesse di tutto ciò che abbiamo pensato e desiderato, e che avesse sapore delle mie molecole come delle tue, e accogliesse le montagne e le spiagge, i deserti e le macchie di verde che mai potremo visitare.

   Nella mia vita c’è in concentrazione tutto ciò che potrei significare e che chiunque incontrandola potrebbe riscoprire come fosse cosa sua, se solo ci fosse una giusta fusione. Ma posso essere solo pensiero.

   Poi, viviamo circondati da fantasmi. E questo lo sa anche chi non ci crede.

Alcuni affermano di vederli, altri di sentirli scorrere addosso, o strisciare su una parete. Diverse volte chi viaggia sa di poter sostare una notte o due in luoghi in cui certi accadimenti non vogliono spiegazioni. Perché non ve ne sono e neppure ha senso credere si possa dare spiegazione a tutto.

   L’energia che ci determina e che nell’ignoranza vorremmo definire con un nome, può essere descritta vagamente, si può ad esempio cominciare col dire per iscritto: ‘io ti ho sentito‘, per poi finire in un insieme di parole che affiderò a un supporto, per chissà chi, chissà quando, come, dove.

Un libro, dunque, che assai probabilmente verrà trascurato, divenendo oggetto.

   Ma l’energia vera, costante, incessante, è il pensiero.

   Quando la forza ci abbandonerà e nessuno potrà più vederci o sentirci ma solo, talvolta, con suoni e respiri, con passaggi fugaci, potrà intuirci, il veicolo che condurrà verso gli altri ciò che siamo stati con tutto il nostro desiderio, potrà essere un libro, o qualunque cosa gli assomigli.

Ma è solo nel pensiero che è scritto tutto.

   Se desidero avere in un soffio tutto ciò che mai potrai dirmi di te, mi basta guardarti, e basta che tu accolga il mio sguardo.

   Chi sei stata, stato, chi siete stati, chi siamo, chi saremo e dove, è tutto lì, lo vedo agitarsi ma non lo tocco. È ciò che ci ha formati, che ci muove e ci destina, è la chimica aeriforme che consegue alla chimica. La parte di vuoto apparente che compone l’atomo.

Se la materia è l’ultima e più pesante parte di un atomo, e il resto è niente, io sono fatto di quel niente rimanente, e lo sento roteare, lo sento frizzare come effervescenza che ribolle da prima che io ci fossi, per consegnarmi a te.

   E tu, chi sei, se non la stessa cosa mia, declinata ad una impercettibile variante.

È per questo che io ti voglio, per rimpossessarmi di me, per vivere da prima a sempre, in avanti e indietro.

   Fai bellissima mostra di te nello sguardo del tuo pensiero, mio amare, sei il libro vivente, le cui pagine mi scorrono sotto le dita, tentando ora di sfuggire al bene che io vi infondo, l’attimo dopo concedendosi ad esso come all’unica via possibile per esserci.

E mentre noi intentiamo questa danza, i libri, quelli, nella tristezza dell’abbandono, smettono le proprie voci tornando cose sugli scaffali, proponendosi in eterno e in eterno fallendo la propria missione.

 

 

gianCarlo onoratoMusicista, scrittore e pittore fuori dagli schemi, ex leader di Underground Life. Ha pubblicato i dischi: Il velluto interiore (1996), io sono l’angelo (1998), falene (2004), sangue bianco (2010, Premio Giacosa), ExLive (2014) con Cristiano Godano, quantum (2017), “quantum Edizione Extra” (2018), ha curato la co-direzione artistica del Tributo a Luigi Tenco come fiori in mare Vol. I (2001) e Vol. II, in “Sulle labbra di un altro” (2011), ed i libri: Filosofia dell’Aria (1988), L’Officina dei Gemiti (1992), L'ubbidiente giovinezza (1999), Il più dolce delitto (2007), “ex-semi di musica vivifica” (2013), La formazione dello scrittore” (2015). Ideatore del Seminario del Verbo Musicato, ha centinaia di concerti alle spalle e un disco, un tour e un nuovo romanzo nel prossimo futuro. giancarloonorato.it

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