Arrivano gli inediti dei Pooh (e altre notti insieme)

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Foto di Luisa Carcavale

Venerdì esce Pooh 50 – L’ultima notte insieme, un triplo album con oltre 50 canzoni, 4 delle quali inedite. Per presentarlo, i cinque hanno scelto lo studio milanese di Eros Ramazzotti, dove hanno dialogato con un numero ristretto di giornalisti, partendo da una premessa fatta da Riccardo Vitanza, il loro press agent: «Questo non sarà l’ultimo incontro con la stampa. Diciamo che stavolta mettiamo un punto e virgola: la prossima metteremo il punto finale». Introduzione sibillina per dire che ancora non è giunto il momento per annunciare l’atteso concerto del 31 dicembre. Tutto è tenuto talmente segreto che – almeno così pare – nemmeno gli stessi Pooh ne sanno nulla. E se lo sanno, riescono a fingere benissimo: «L’unica certezza», dicono, «è che ci hanno promesso che sarà una serata fantastica, in una location bellissima. A noi piace immaginarla con una marea di persone arrivate da tutta Italia».

Ma veniamo agli inediti. Il primo in realtà lo è parzialmente, essendo il brano che hanno scelto per chiudere gli show di Pooh 50, e anche per questo motivo intitolato Ancora una canzone. Racconta Roby: «Nelle lunghe riunioni preparative del tour continuavamo a ripeterci che occorreva una canzone che in qualche modo sintetizzasse tutto il nostro itinerario. Così è nato questo brano, che è una sorta di invocazione, piena di tante “notti di felicità che non scorderò mai”».

Tante storie fa invece è una rock ballad nata su una musica di Red: «Volevamo raccontare le nostre emozioni, le storie d’amore piccole e grandi che abbiamo vissuto». Bello il testo di Stefano, che aggiunge: «Qui in realtà non si parla di grandi storie d’amore, ma soprattutto di avventure nate e finite nel corso di una notte. Cambiando città in continuazione, a chi fa questo mestiere capita di vivere storie che sul momento ti sembrano chissà cosa, ma che in realtà non ti lasciano nulla, al massimo un po’ di nostalgia che quando va bene dura un paio di giorni».
A loro, che godono fama di grandi sciupafemmine, un giornalista domanda: nell’ambiente di parla anche di molte avventure condivise. E Stefano, di rimando: «Queste dicerie non saremo certo noi a confermarle, di sicuro non durante un incontro con la stampa… Poi se vogliamo passare una notte in birreria!».

Comunque il finale della canzone è quasi una morale: «Tante storie fa, era tutto una magia, ma l’amore di quei momenti non somiglia neanche un po’ alla forza che mi dà nei miei giorni la donna mia… Questo è amore».

Terzo inedito, Le cose che vorrei: Dice Dodi: «È singolare alla fine di un percorso così lungo ritrovarsi a meditare sulle cose che vorremmo». Gli fa eco Stefano: «Forse perché dalla vira abbiamo avuto tutto, ora ci ritroviamo a desiderare piccole cose che potrebbero anche sembrare banali». Infatti cantano: «I sogni passano, i desideri restano».

In quarto brano, Traguardo, è uno strumentale, e in realtà è parzialmente inedito: lo usano come sigla di apertura e di chiusura dei concerti, ma quella è una versione sinfonica di un pezzo che su disco rimane evocativo ma è molto più asciutto, caratterizzato da un bellissimo assolo di chitarra di Dodi e, sul finale, da un intervento di un coro gospel di 150 elementi: questo ensemble si chiama Hope (“speranza”) e arriva da Torino.

Curioso notare, per una band giunta quasi a conclusione di un percorso infinito, che tre brani su quattro in un certo senso riguardino il futuro, con i desideri di Le cose che vorrei, gli obiettivi più o meno raggiunti e ancora da raggiungere di Traguardi e la voglia di cantare Ancora una canzone.

Del resto che non appenderanno del tutto gli strumenti al chiodo dal primo di gennaio è quasi scontato: già stanno pensando a progetti solisti (non necessariamente in campo musicale: Red, per dire, sta scrivendo un libro con la figlia Chiara) e non escludono a priori eventi una tantum negli anni a venire: «Se un giorno dovessero organizzare un nuovo live o se ci proponessero una serata speciale per commemorare l’immenso Valerio Negrini probabilmente diremmo sì. Ma coi tour abbiamo chiuso…». «Anche perché», chiosa Riccardo Fogli con un sorriso, «avremmo problemi di ossigeno».

Del triplo Cd di cui abbiamo detto in apertura (con il concerto negli stadi, 50 canzoni, 4 inediti e numerose immagini), il 16 settembre esce anche la versione deluxe (con in più il Dvd del concerto di San Siro).

Seconda tranche il 30 settembre, quando il tutto sarà arricchito da un box con 5 vinili, un docufilm con immagini inedite del backstage del concerto e un libro di 100 pagine. Per i fan più accaniti saranno messe in commercio mille copie della cosiddetta “P.U.L.S.E Limited Edition” con ulteriori chicche come tre manifesti storici, un pass laminato, cinque foto autografate dai singoli componenti del gruppo e una t-shirt speciale. Il costo? 190 euro.

Intanto il tour nei palasport va avanti: 28 e 29 ottobre a Eboli, 1 e 2 novembre a Bari, 4 a Roma, 8 a Bologna, 9 a Pesaro, 11 e 12 a Milano, 14 e 15 a Padova, 18 e 19 a Firenze, 21 a Brescia, 25 e 26 a Torino.

Massimo Poggini è un giornalista musicale di lungo corso: nella seconda metà degli anni ’70 scriveva su Ciao 2001. Poi, dopo aver collaborato con diversi quotidiani e periodici, ha lavorato per 28 anni a Max, intervistando tutti i più importanti musicisti italiani e numerose star internazionali. Ha scritto i best seller Vasco Rossi, una vita spericolata e Liga. La biografia; oltre a I nostri anni senza fiato (biografia ufficiale dei Pooh), Questa sera rock’n’roll (con Maurizio Solieri), Notti piene di stelle (con Fausto Leali) e Testa di basso (con Saturnino) e "Lorenzo. Il cielo sopra gli stadi", "Massimo Riva vive!", scritto con Claudia Riva, "70 volte Vasco", scritto con Marco Pagliettini, e "Lucio Dalla. Immagini e racconti di una vita profonda come il mare".

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