La verità sta in cielo. E vola via

Film sulla verità su Emanuela Orlandi in attesa della verità.

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La verità sta in cielo
di Roberto Faenza
con Riccardo Scamarcio, Maya Sansa, Greta Scarano, Valentina Lodovini, Shel Shapiro
Voto 5/6

La verità sta in cielo perché papa Francesco ha detto che Emanuela Orlandi, la figlia del commesso della Prefettura della Casa Pontificia rapita nel 1983 e di cui non si è saputo più nulla, è in cielo. Tragica rivelazione o speranza di Papa? Faenza immagina che  sulla scia della risonanza mediatica di Mafia Capitale una reporter italiana che lavora per una tv londinese riapra il dossier su Emanuela Orlandi, su cui di tanto in tanto qualcuno torna con rivelazioni clamorose e sempre infondate. Perché venne rapita? Per dare un avvertimento? A chi? Nelle varie ipotesi ruotano i Lupi Grigi di Alì Agca (l’attentatore di papa Woytila), la Banda della Magliana, lo IOR, il banchiere Calvi, i servizi segreti deviati e no. La pista che Faenza fa seguire alla giornalista immaginaria (Sansa) è ricalcata su quella della giornalista Raffaella Notariale (Lodovini). L’ipotesi è: per liberare la Polonia dal comunismo il Vaticano si è fatto finanziarie dallo IOR del cardinale Marcinkus attraverso il banchiere Calvi. Bancarotta sfiorata, apparente suicidio di Calvi, qualcuno rivuole il capitale con gli interessi. Chi effettuò il sequestro/avvertimento? Il fascista Riccardo De Pedis (Scamarcio) che rappresentava i testaccini (la mala del Testaccio) ma per depistare voleva far ricadere tutto sulla Banda della Magliana? Morte violenta di De Pedis, poi seppellito come un cardinale in Sant’Apollinare e rivelazioni di un’amante del De Pedis (Scarano) che fanno pensare a un accordo tra giustizia Italiana e Vaticano per chiudere la storia senza clamore. Il regista spera che la sua ricostruzione (garantita da schiere di avvocati visti i temi che tira in ballo) apra la strada a una nuova imminente verità che coinvolgerebbe poteri fortissimi.  La pista seguita da Faenza sembra un lungo elenco  di indizi per l’ennesimo film da integrare con uno speciale in tv con ospiti in studio e telefonate a sopresa da dimenticare. E non ci esalta. Ma se poi ambisce a scavare una nuova verità in contrapposizione a certo cinema che  spettacolarizza l’epopea delle malavita,  perché poi affianca al film un libro tratto dal film scritto da un autore che ammette di ricostruire di fantasia anche i dolori della povera Emanuela dopo il rapimento? Che valore ha questa fantasia?

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