In guerra per amore. Pif sbarca in Sicilia

Come Pierfrancesco Diliberto e gli Usa vinsero la seconda guerra mondiale

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In guerra per amore
di Pif
con Pif, Andrea Di Stefano, Sergio Vespertino, Maurizio Bologna, Miriam Leone
Voto 7+

Pierfrancesco Diliberto in arte Pif ha un’idea del comico tutta sua. Parte largo, non ti assedia da subito con le gag, anzi, sembra un po’ malinconico e staccato, usa riferimenti che sembrano autobiografici, aneddoti, storielle, cerca il sorriso anche dietro il dolore, con misura, poi quando sei a tuo agio ti spiega che sta facendo un’azione civile e politica. Era successo con La mafia uccide solo d’estate, che fin dal titolo usava una sorridente ambiguità, e poi si rivelava uno dei film antimafia più interessanti. Questo In guerra per amore in apparenza è la storia un po’ incredibile di un cameriere italiano a New York che per amore della nipote del padrone del ristorante, ormai promessa al figlio di un “don”, cerca di andare a chiedere la mano di lei al padre rimasto in Sicilia. Peccato che lì stiano facendo la seconda guerra mondiale. Allora il nostro cameriere si arruola e sbarca in Sicilia mentre i servizi militari prendono accordi con la mafia attraverso Lucky Luciano scomodato nel suo carcere a Sing Sing e il “don”, per far sì che il figlio non abbia ostacoli, chiede di far uccidere il cameriere.pif-01_capa-sbarco-sicilia_672-458_resize
Tutto questo si mescola a una ricostruzione della Sicilia a fine fascismo, con ciechi usati come radar acustici per sentire i bombardieri, fascisti che vanno in rifugio con statue di Mussolini e vecchie signore che ci vanno con statue della Madonna. Nel mezzo ci sono anche asini che volano per la gioia di orfani di guerra e agenti dell’OSS che intuiscono che la liberazione dal nazifascismo comporta l’occupazione mafiosa del potere. E di risata in risata si spiega al popolo a chi dovrà rivolgersi per la democrazia… Cercate nel film la ricostruzione della mitica foto di Capa che vedete sopra…

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