Non si ruba a casa dei ladri. Forse

Italiani impoveriti rubano a italiani ladri. Vabbé, per ridere

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Non si ruba a casa dei ladri
di Carlo Vanzina
con Vincenzo Salemme, Massimo Ghini, Stefania Rocca, Manuela Arcuri, Maurizio Mattioli
Voto 6 meno meno

Doppia coppia: Salemme, piccolo imprenditore con impresa di pulizie, è felicemente sposato alla Rocca. Ecco la coppia affiatata. Salemme perde l’appalto comunale (truccato) e deve chiudere l’azienda. È povero. Colpa del faccendiere Ghini, ricco cafonissimo che traffica coi politici e vive in villa con la Arcuri, tamarra standard. Ecco la coppia grottesca. Salemme e la Rocca stretti dal bisogno finiscono a lavorare come camerieri per Ghini e la Arcuri. Attenzione all’attualità: in Italia ci sono gli impoveriti. Gag quasi sociologica: Ghini li scambia per filippini che finiscono per somigliare sempre più agli italiani. E vabbé. Quando Salemme scopre che Ghini è la fonte dei suoi guai, per punirlo (riferimenti alle cronache arrabbiate) inscena una truffa “alla maniera di American Hustler”(citazione colta). Scambio di identità: la coppia affiatata con l’aiuto di due scalcinati complici si traveste da coppia grottesca e si presenta in una banca svizzera con falsi documenti a recuperare i fondi del faccendiere (che ha perso l’appoggio politico) prima che arrivi il faccendiere. Gag potente: dovendo cambiare hotel la tamarra scambia Guglielmo Tell con il Guglielmo Hotel. Ecco, ritmo standard da recitazione televisiva, pronto per la tv, molto raccomandato in tv, sembra un film di Salemme firmato dai Vanzina. Un mistero: chi ha parlato di commedia all’italiana e perché?

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