Secondary ticketing: parlano Ferdinando Salzano e Claudio Maioli

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Ligabue
© Foto: Riccardo Medana

Del fenomeno secondary ticketing ormai ve ne abbiamo parlato ampiamente. La miccia è stata “il caso Coldplay”, ma la vera bomba è scoppiata solamente dopo il servizio de Le Iene, andato in onda martedì sera, e che ha messo in luce la delicata (per usare un eufemismo!) posizione di Live Nation. Vari artisti, tra cui Vasco RossiTiziano Ferro, Marco Mengoni Giorgia (ma è presumibile che torneremo presto ad aggiornare questo elenco), hanno preso le distanze dalla stessa Live Nation e proprio questa mattina Ferdinando Salzano, patron di Friends & Partners, e Claudio Maioli, manager di Luciano Ligabue, hanno indetto una conferenza stampa per dire la loro.

«Ci sarà un continuo contatto con la Siae per capire come va avanti questa udienza nella speranza che ci siano dei provvedimenti. La richiesta a TicketOne da parte nostra è di adottare nuovi sistemi di sicurezza. E se AssoMusica non adotterà un codice etico contro il secondary ticketing, personalmente uscirò da AssoMusica e lascerò l’associazione», ha dichiarato Salzano che, sul perché non sia possibile bloccare la vendita dei biglietti sugli altri circuiti, ha spiegato: «Non possiamo farlo, non è nei nostri poteri. Sono siti collocati all’estero. Gli avvocati della Siae hanno faticato a notificare. Anni fa la polizia postale ci ha rifiutato una denuncia perché, dicono, non rientra nelle loro competenze».
Ha continua Salzano: «Questo mercato è fatto di 15/16 promoter, fra piccoli e grandi: Live Nation e F&P sono i maggiori per massa di biglietti. Perché non chiamate quelli che non si sono ancora esposti?».

Potrebbe nascere un caso come Tangentopoli o Calciopoli per la musica? Maioli risponde: «Penso che oggi possa partire un’informazione nuova su questa cosa. Perché siamo qua a parlarne? Nessuno ci ha accusato di niente, però i giornali parlavano in maniera generica. Era giusto che qualcuno prendesse le distanze da questa cosa. Il corpo è sano ma c’è un tumore: si può allargare, si può morire o rimuovere». Gli fa eco Salzano: «Mi aspetto delle altre prese di posizione forti e decise come quella che stiamo facendo oggi per bloccare chi lo stava facendo. Penso che ci siano altri nostri colleghi che danno in maniera continuativa i biglietti direttamente al secondary ticketing (e sto facendo un’illazione ad ignoti). Noi nel nostro piccolo abbiamo cominciato nel 2010 con il biglietto nominale per i concerti di Ligabue. La legge italiana non aiuta, non esiste una legge contro il bagarinaggio. I siti del mercato secondario vendono biglietti anche di artisti F&P». E, sempre relativamente a Ligabue: «La data di Roma di Ligabue non è esaurita, non pensate al mercato secondario esclusivamente solo sulle date sold out. E’ fatto su tutti i concerti. Il cancro del secondary ticketing non riguarda solo i Coldplay ma riguarda tutti».

Continua, Salzano: «Dal 2010 dichiariamo guerra al secondary ticketing, oggi ci metto la faccia e continuo a dire che l’unica soluzione è l’oscuramento. Continuo a dire che non ho e non ho mai avuto rapporti con il secondary. Ho una domanda da fare a TicketOne: come arrivano lì quei biglietti? I mezzi di protezione esistenti, dunque, fanno acqua da qualche parte. L’unica possibilità per quei siti è l’oscuramento, lo ripeto. Gli unici siti autorizzati alla vendita sono quelli con il sigillo fiscale». Quindi, l’esempio del sito di secondary ticketing SeatWave, con i concerti dei Radiohead in home page: «Un piccolo punto da sottolineare: SeatWave è Ticketmaster company, gestito da Live Nation. La richiesta che parte da oggi è di un codice etico che devono firmare tutti gli organizzatori di concerti per far parte di AssoMusica dove un elemento fondamentale, oltre a schierarsi contro il secondary ticketing, è non avere rapporti con il mercato secondario. Perché si chiama truffa. Oggi sento una grandissima responsabilità. ‘E adesso cosa fai?’, mi hanno chiesto. Noi non possiamo far altro che chiedervi di aiutarci a trasferire questo concetto: il resto della musica è sano. Il nostro è un mestiere particolare, il 90% si basa su rapporti ad personam. Si crea un rapporto di fiducia fra il manager/artista ed il produttore dei live. A nostra volta, noi creiamo rapporti di fiducia con il pubblico».

Il più arrabbiato sembra Claudio Maioli, che ci tiene a difendere Luciano e gli artisti onesti in generale: «Normalmente parlo a braccio, invece questa volta sono molto incazzato e mi sono scritto due riflessioni. Questa piattaforma di vendita di biglietti diventano di bagarinaggio se il rifornimento dei biglietti arrivano direttamente dall’agenzia che produce il concerto. Quella parola “artisti” pronunciata in modo generico da De Luca di Live Nation rischia di infangare tutto il mondo degli artisti, davanti ad un pubblico che non ha strumenti per valutare: si devono fare i nomi, non si può fare di tutta un’erba un fascio. Io non ci sto. Non ci sto che il pubblico possa pensare che gli artisti sono tutti uguali. Questa cosa va chiarita. Non è questa la sede per fare un processo ma tengo a puntualizzare che da sette anni sul sito di F&P e Ligabue abbiamo preso posizioni contro il secondary ticketing, anche pubblicando una black list dei siti da evitare… molto prima del servizio de Le Iene. Questa forma di bagarinaggio online è una forma di cancro da estirpare per pubblico ed artista».

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