Tra Claudio Maioli e Luciano Ligabue il rapporto di base è esattamente quello che si legge nel titolo: un’amicizia che nasce un giorno imprecisato tra la fine del 1976 e l’inizio del 1977, quando si incontrarono negli studi di Radio Fazzano, emittente correggese che dopo qualche mese avrebbe mutato il proprio nome in Radio King.
«Proprio a Radio King», mi raccontò Maioli quando lo intervistai per il libro Liga. La biografia (edito da Rizzoli), «ho conosciuto due persone fondamentali nella mia vita: Luciano Ligabue e Patrizia Morellini, che poi sarebbe diventata mia moglie. Anche se abitavamo tutti e due a Correggio, non frequentavamo lo stesso giro, quindi Luciano lo sconoscevo soltanto di vista. In quel periodo eravamo ancora un gruppetto di ragazzi che amavano la musica. A parte un paio di eccezioni, una delle quali ero proprio io, la politica interessava davvero poco. La radio era una specie di calamita, un centro di aggregazione per gli appassionati di musica. Fare radio era un modo per esprimersi ed essere ascoltati, potevi comunicare le emozioni che ricevevi dalla musica, e magari dopo incontravi per strada qualcuno che ti ringraziava per il pezzo che avevi messo. Quello ti ripagava di tutto».
Ora il Maio l’ho intervistato di nuovo per farmi raccontare come si è evoluto il loro rapporto, cosa vuol dire essere il manager di uno che riempie stadi e aeroporti e altro ancora. Ovviamente non poteva mancare una domanda sulla vicenda secondary ticketing, perché Claudio da sempre aborrisce questa pratica. Ora è piuttosto incavolato con chi fa di ogni erba un fascio e vorrebbe fare qualche distinguo: la sua società (e conseguentemente il Liga) non hanno mai praticato questa pratica scorretta. Proprio per questo la sua posizione è chiara: chiede che sia fatto il possibile per mettere un argine a questo fenomeno, iniziando dall’oscuramento dei siti che lo promuovono.
Ma ora guardate la prima parte della nostra videointervista (nei prossimi giorni seguiranno altre due puntate… E abbiate fede, presto arriva anche una lunga intervista a Luciano):