Molti sono diventati degli autentici luoghi di culto, meta dei tanti fan vogliosi di rivivere quegli ambienti che, diversi anni prima, erano stati abitati dai loro stessi miti. E questa fama ha portato perfino alcuni dei loro gestori a trasformali in veri e propri musei. Si tratta degli alberghi in cui hanno pernottato i più grandi artisti della storia, alcuni dei quali entrati di diritto nell’immaginario comune come parte fondamentale della musica e della letteratura di quegli anni.
Al podio di questa classifica non possiamo esimerci dal collocare il Chelsea Hotel, mitico albergo di New York, sulla 23esima strada, che nella sua lunga e travagliata storia ha ospitato i nomi più illustri della scena beat internazionale.
La sua fama è stata sancita in numerose canzoni, tra cui la più famosa è Chelsea Hotel #2 di Leonard Cohen, resoconto musicale della fugace ma passionale storia d’amore vissuta dal musicista tra le mura di quell’albergo con Janis Joplin.
Altro brano indissolubilmente legato a quel luogo mitico è Sad eyed lady of the lowlands, scritta da Bob Dylan proprio in quelle stanze. Inoltre, si narra perfino che la prima stesura di On the road, libro-manifesto di una generazione, Jack Kerouac l’abbia fatta proprio in quell’albergo: più precisamente, in soli tre giorni e sulla carta igienica della sua stanza.
Ma il Chelsea Hotel è anche stato teatro di uno dei più controversi misteri della musica: la notte del 12 ottobre del ’78, nella stanza numero 100, fu ritrovata morta Nancy Spungen, compagna di Sid Vicious.
E, altra stanza maledetta è la 205, dove il 9 novembre del ’53, tra le braccia dell’amante di turno, collassò Dylan Thomas.
Sempre a New York si trova poi l’Algonquin Hotel, albergo in cui, nel primo dopoguerra, si riuniva la Tavola rotonda dell’Algoquin, circolo di intellettuali che nel ’25 creò il New York Times Magazine. Il club di scrittori fu anche fonte di grande ispirazione per Ernest Hemingway e Scott Fitzgerald il quale, a sua volta, soggiornò più volte nell’albergo.
Rimanendo sempre negli Stati Uniti, non si può non citare il Château Marmont di Los Angeles, che nel corso della sua storia ospitò Mick Jagger e i Jefferson Airplane e in cui, nel ’68, al termine di una festa, Jim Morrison cadde dal balcone della sua stanza, riportando varie contusioni. Ma la fama dell’albergo è soprattutto legata al suo Bungalow 3 dove, il 5 marzo dell’82, fu ritrovato il corpo senza vita di John Belushi, stroncato da un mix letale di cocaina ed eroina. Le stanze di quell’albergo maledetto ora si trovano cristallizzate nelle riprese del video di By the way, pezzo dei Red Hot Chili Peppers.
Spostandoci in Europa, celebre è il Gran Perla di Pampalona, nella cui stanza 217 (ora, la 201) era solito soggiornare Ernest Hemingway, che infatti ambientò il suo romanzo Fiesta proprio nella cittadina navarra. Ma l’albergo non ospitò il solo scrittore americano: altri suoi assidui clienti erano infatti Charlie Chaplin e Orson Welles.
Sempre in Spagna, ecco il Palácio Estoril, che durante la Seconda Guerra Mondiale ospitò diverse spie in fuga dalle dittature dell’epoca. Proprio questa vicenda ispirò uno dei suoi ospiti, Ian Fleming, nella stesura della saga di James Bond. Inoltre, alcune scene del film Al servizio segreto di sua maestà furono girate proprio tra le mura di quell’albergo.
A Parigi si trova invece il Concorde Lutetia, dove si narra che James Joyce compose parte dell’Ulisse. Ma l’albergo ospitò anche il pittore Pablo Picasso e lo scrittore Antoine de Saint-Exupéry.
Altro hotel entrato di diritto nella storia della letteratura di tutti i tempi è il Pera Palace Hotel di Istanbul. Inaugurato nel 1892, l’albergo era stato ideato per ospitare i viaggiatori che, con il mitico Orient Express, giungevano da Parigi nella capitale turca; e proprio nella sua stanza 411, oggi adibita a museo, Agatha Christie scrisse Assassinio sull’Orient Express. Oltre alla celebre scrittrice, nell’hotel soggiornarono anche Ernest Hemingway e Alfred Hitchcock.
Spostandoci invece in Italia, troviamo il Grand Hotel et de Milan, dove visse per ben 27 anni il compositore Giuseppe Verdi, che proprio in quelle stanze scrisse alcune tra le sue più celebri opere liriche. L’albergo era inoltre la meta favorita di Gabriele D’Annunzio, Giacomo Puccini, Caruso, Ernest Hemingway, Luchino Visconti e Maria Callas per i loro soggiorni nel capoluogo lombardo.