Capodanno 2017 a Roma: quando il “ti pago in visibilità” viene istituzionalizzato

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Quante volte ci si lamenta (purtroppo sempre più spesso) che ad artisti giovani ed emergenti non viene riconosciuta una propria dignità offrendo loro palcoscenici adeguati e soprattutto un riconoscimento economico giusto?
Ormai la maggior parte dei locali preferiscono far suonare cover band per avere un incasso sicuro piuttosto che scommettere su possibili nuovi talenti o su serate “open mic”.
Sono lontani i tempi del Folkstudio, che fece nascere De Gregori, Venditti, Rino Gaetano. Oggi la priorità non è offrire qualcosa di qualitativamente elevato e magari di diverso dalla concorrenza, ma spillare birre.
Gli artisti e le band si sentono mortificare ogni volta dalle solite domande, due su tutte “quanta gente porti?” e “ti pago in visibilità”, come se fare il musicista non sia un lavoro che meriti di essere riconosciuto a livello economico, a differenza del proprietario del locale che lo fa esibire che, lui sì, deve fare incasso e portare a casa la serata.
Questo porta ad avere come unico sbocco per emergere l’affidarsi al tritacarne dei talent show, e a tutto quello che ne comporta, compreso il totale appiattimento e livellamento verso il basso del livello della musica italiana.
Se poi tutto questo viene perfino sdoganato da una pubblica amministrazione vuol dire che siamo allo sfascio più totale, all’umiliazione pubblica di una categoria, al volersi far belli con la buona volontà e l’arte degli altri.

Sembra incredibile ma è tutto vero.
Il Comune di Roma Capitale, infatti, dopo aver fatto saltare il classico concertone di fine anno al Circo Massimo, ha indetto un bando che recita così:

“Roma Capitale, in occasione di questa bellissima festa, invita tutti coloro che siano appassionati di musica, canto e teatro, a voler condividere il proprio talento ed esibirsi negli spazi appositamente allestiti sul Lungotevere, nel tratto compreso tra ponte Garibaldi e Castel Sant’Angelo.
Le proposte di intervento (con l’indicazione dei recapiti) vanno inviate via email entro le 12.00 del 28 Dicembre 2017 all’indirizzo allegando una breve presentazione, la descrizione della performance proposta e la sua durata.
Si specifica che, durante le esibizioni, non potranno essere veicolati messaggi pubblicitari o politici, né potranno essere svolte attività di commercializzazione di prodotti di consumo.
La partecipazione è a titolo gratuito, ogni onere della performance sarà a carico del partecipante, durante le performance non sarà possibile raccogliere offerte.
Sulla base delle proposte ricevute e degli spazi disponibili, l’amministrazione si riserverà di accogliere le richieste nei limiti di compatibilità tecnico-organizzativi.”

 

Tralasciando il marchiano errore della data sbagliata, è sinceramente gravissimo il fatto che un’istituzione così importante come il Comune della Capitale d’Italia sdogani un concetto contro cui tutta la categoria di chi fa musica si batte da sempre.
Lascia ancora più perplessi il fatto che a proporre questo sistema siano quelli del Movimento 5 Stelle, ovvero coloro i quali vorrebbero rimettere al centro di ogni cosa merito e onestà.
Chi fa un lavoro, qualsiasi esso sia, deve essere retribuito adeguatamente, anche e soprattutto chi fa musica originale, perchè l’impegno, lo studio, la passione, lo sbattimento anche solo nel montare e smontare ogni volta i propri strumenti (che ovviamente sono stati comprati, non pagati al negozio in visibilità) devono avere il riconoscimento economico che meritano.
Sono state tante in questi giorni sui social le reazioni negative e le prese di posizione degli artisti romani contro questa mossa del Comune, e la risposta arriverà tra 5 giorni: il tentativo in extremis della giunta Raggi di salvare il Capodanno sarà un flop o effettivamente ci sarà chi regalerà la propria professionalità in cambio di una bella banconota di visibilità?

1 COMMENTO

  1. Ho suonato spesso per manifestazioni organizzate anche da musicisti, che di solito loro si fanno pagare, a gratis (come se dise a Venessia). Non facciamo quindi gli ipocriti. É giusto che chi suona non lo prenda nel culo, ma per tanti la musica é un divertimento a prescindere dalle fatiche e dae marsarie (traslochi).
    Il comune non ti chiede come i gestori dei locali quanta gente porti. Ti dà lo spazio e pace.

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