“Santa Clarita Diet”, se non ti mangi le dita…

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Ok forse è un po’ tardino per una recensione ma hey, dovevo recuperare un po’ di show vecchi e se devo esser sincero quello con la coppia di agenti immobiliari di Santa Clarita non è stato amore a prima vista.

In ogni caso fa niente dai ne stiamo parlando ora.

NON POSSIAMO UCCIDERE LA GENTE

“È uno show più divertente di quanto dovrebbe effettivamente essere”

Così lo ha commentato qualcuno, riuscendo a cogliere perfettamente l’essenza: Santa Clarita rientra di diritto tra le piccole perle passate in sordina visto che nonostante una premessa né originalissima né esaltante, nonostante un pilot non proprio memorabile e nonostante alcuni clichè stra-abusati proprio a monte dell’opera si presta comunque ad abbuffate bulimiche di tutte e 10 le puntate.

Dovessimo orientarci nello sterminato panorama telefilmico probabilmente le vicende della coppia di agenti immobiliari più bizzarra d’America si ritroverebbe immancabilmente a metà strada tra Dexter, Modern Family e Hannibal rendendo onore a tutte e tre senza mai sembrare un’accozzaglia di generi.
Era proprio necessaria una serie così? NO.
Ne vale la pena? ASSOLUTAMENTE SI.

POSSIAMO UCCIDERE LA GENTE
La storia è una storia di trasformazioni, mutazioni che avvengono all’interno della persona e della società, l’incognita che è in grado di modificare del tutto il risultato dell’equazione, perché quando la campana di vetro della perfezione si rompe bisogna starsi accanto per sopravvivere al gelo del mondo.

Ma per quanto tempo ci si può riuscire?
Il punto focale, il punto di forza e il punto debole si concentrano tutti su questa domanda, sull’evoluzione dei rapporti tra i personaggi, ma ci arriveremo presto.

La tragedia da cui scaturisce la vicenda è l’improvvisa voglia di carne umana della protagonista Sheila Hammond (Drew Barrymore) e delle distanze che il marito Joel (Timothy Oliphant) sarà disposto a percorrere per la donna che ama cercando di salvaguardare il suo sogno di avere una vita normale per lui e la figlia Abby (Liv Hewson).

STAI PERDENDO PEZZI
Come già accennato il rapporto tra i personaggi e la loro scrittura è ciò che rende la serie diversa dalle altre, è impossibile non adorare la follia impetuosa di una Sheila dominata dal suo Es e gli strampalati tentativi di Joel nel proteggere lo status quo, il nerd un po’ meno scontato Eric Bemis (Skyler Gisondo) e tutta la schiera di Cameo più o meno eccellenti che vedono una splendida Portia DeRossi, l’ormai canonico Patton Oswalt, e la cameriera di Always Sunny In Philadelphia Mary Elizabeth Ellis dare il fritto per rendere la noiosa Santa Clarita un luogo pittoresco.

Per quanto però concerne la scrittura si incappa in una lama a doppiotaglio: si è puntato molto su una caratterizzazione dei personaggi moooooolto surreale/illogica che all’inizio può far storcere il naso e forse causare un abbandono prematuro della serie; L’esagerazione che sembra quasi Andersoniana (però in maniera greve) dei vicini, l’esitazione quasi nulla di Joel nel coprire la moglie (perlomeno in un primo momento) possono sembrare forzature non indifferenti, ma se riuscite ad entrare nel mood della serie inizierete ad apprezzare il tutto.

Alla fine ha senso.

Ricapitolando: trama non irresistibile, personaggi strani ma interessantissimi, risate, il giusto quantitativo di trash e sangue, un Timothy Oliphant da applausi e vin d’honneur, momenti WTF.

Sono questi gli ingredienti per una serie da divorarsi,

Bon Appetit

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