Abu Dhabi, tradizione & futuro

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Certo che partire la sera da una Milano fredda e grigia e vedere sorgere il sole ad Abu Dhabi con una temperatura che sfiora i 30 gradi è un bel flash. Ma siccome la legge del contrappasso vale per tutti, appena arrivato in hotel mi hanno lasciato giusto il tempo di fare una doccia e sono ripartito subito alla volta di Al-Ain, circa 180 km a est di Abu Dhabi: per arrivarci si attraversa una zona prevalentemente desertica e certi scorci con le dune sullo sfondo sono davvero cinematografici. Prima tappa a Wadi Adventure, ai piedi del Jebel Hafeet, una montagna di roccia calcarea alta 1240 metri. Se uno percorre tutta la strada che porta sulla vetta, sarà ripagato da una vista maestosa sul Quarto Vuoto, il secondo deserto di sabbia più grande del mondo.
Dicevo del Wadi Adventure. In realtà è un posto un po’ assurdo, considerata la posizione in zona desertica: hanno trasportato fin qui milioni di metri cubi di acqua e ne hanno ricavato un’attrazione turistica dove si praticano sport come il kayak, il surf e il rafting. Evidentemente piace, dato che è sempre pieno e che nel weekend senza prenotazione è difficile entrare.
abu 4Pochi chilometri più in là c’è Al-Ain, città ai confini con l’Oman. È un luogo molto importante perché vi è nato lo sceicco Zayed, che qui ha potuto sfogare la sua passione per far diventare verde il deserto. Infatti molti la chiamano Garden City. Si sviluppa intorno a un’oasi con oltre 150.000 palme e altri alberi da frutta: visitandola, si può capire il funzionamento dei tradizionali falaj, dei canali di irrigazione sotterranei. Molto interessante anche l’Al-Jahili Fort: edificato intorno al 1890, è uno dei forti più grandi degli Emirati. Essendo stato restaurato pochi anni fa, è anche uno dei più belli da vedere. Altra attrazione, pochi chilometri fuori città, lo zoo, trasformato recentemente in una riserva naturale ecosostenibile con circa 4.000 animali di 180 differenti specie (molte delle quali considerate a rischio di estinzione).
abu 3Le due giornate successive invece le ho dedicate alla scoperta di Abu Dhabi. È una città in continua espansione capace di sorprendere: pare un enorme laboratorio dove i migliori architetti del mondo riescono a realizzare progetti un po’ pazzi. Come la cosiddetta Capital Gate, un grattacielo alto 160 metri che pende più della Torre di Pisa. Impressionante anche lo HQ, che ha forma circolare. Ma a differenza di Dubai, qui non tirano su soltanto grattacieli. C’è un occhio di riguardo persino per la cultura: interessante il progetto di trasformazione di Saadiyat Island, una grande isola a soli 500 metri dalla costa. Nonostante ciò, fino al 2008 ci si arrivava solo in barca. Poi l’hanno collegata con un ponte e iniziato la costruzione di una serie di hotel, ville da favola e un grande campo da golf: il superesclusivo (e costosissimo) Saadiyat Beach Golf Club. abu guggMa del progetto fanno parte anche ben cinque musei, affidati ad altrentatte archistar: le succursali del Guggenheim (foto sopra) e del Louvre (rispettivamente opera di Frank Gehry e di Jean Nouvel), lo Sheikh Zayed National Museum di Norman Foster, il Maritime Museum di Tadao Ando e il Performing Art Centre di Zaha Hadid.
Poco più in là c’è Yas, un’isola artificiale dedicata all’intrattenimento: nel Yas Marina Circuit dal 2009 si svolge il GP di Formula 1. E lì di fianco c’è il Ferrari World, un parco a tema interamente dedicato alla Rossa di Maranello.
Tornando ad Abu Dhabi, una visita la merita l’Emirate Palace, un hotel a 7 stelle dalle dimensioni impressionanti, dove tutto è all’insegna dell’opulenza: dico soltanto che ci sono ben 1002 lampadari Swarovski. abu 5Ma il must assoluto è la Grand Mosque, il simbolo della città. È una delle più grandi del mondo: può ospitare fino a 43.000 fedeli per la preghiera, praticamente uno stadio. Sul tetto, sostenuto da oltre mille colonne, si stagliano 82 cupole in marmo. Nella sala della preghiera, oltre a 7 enormi lampadari in oro e cristallo, c’è il più grande tappeto del mondo. Lo hanno realizzato in Iran: sono occorsi oltre due anni e il lavoro di circa 2.000 artigiani.
Osservando il frenetico sviluppo di Abu Dhabi è difficile pensare che fino a 50 anni fa questo era soltanto un villaggio di pescatori. Oggi è una città dinamica e moderna, che forse è cresciuta un po’ troppo rapidamente, però riuscendo a mantenere un legame col deserto che la circonda e con il mare. È anche una città cosmopolita: appena il 20 per cento dei suoi abitanti sono originari degli Emirati, gli altri arrivano da ogni parte del mondo. Ma nonostante questo ci sono continui richiami alla cultura locale e alle tradizioni. Spero che riesca a mantenere la sua personalità anche in futuro.

Massimo Poggini è un giornalista musicale di lungo corso: nella seconda metà degli anni ’70 scriveva su Ciao 2001. Poi, dopo aver collaborato con diversi quotidiani e periodici, ha lavorato per 28 anni a Max, intervistando tutti i più importanti musicisti italiani e numerose star internazionali. Ha scritto i best seller Vasco Rossi, una vita spericolata e Liga. La biografia; oltre a I nostri anni senza fiato (biografia ufficiale dei Pooh), Questa sera rock’n’roll (con Maurizio Solieri), Notti piene di stelle (con Fausto Leali) e Testa di basso (con Saturnino) e "Lorenzo. Il cielo sopra gli stadi", "Massimo Riva vive!", scritto con Claudia Riva, "70 volte Vasco", scritto con Marco Pagliettini, e "Lucio Dalla. Immagini e racconti di una vita profonda come il mare".

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