Day 2: Let’s rock!

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Questo secondo giorno newyorkese è cominciato con Il Must per ogni persona alla scoperta della Grande Mela: la visita alla Statua della Libertà ed Ellis Island. La prima è forse uno dei monumenti che più rappresenta non solo New York, ma tutti gli Stati Uniti. Essere ai suoi piedi ti permette di ammirarla e di capire a fondo tutto il suo significato. E’ imponente e meravigliosa, ma forse, per una persona che non conosce a fondo la storia americana, è Ellis Island il momento della visita che maggiormente fa riflettere. L’isola infatti era l’avamposto su cui, agli inizi del ‘900, arrivavano le navi con gli immigrati che speravano di entrare negli Stati Uniti.

Tra il 1901 ed il 1933 arrivarono oltre 12 milioni di persone, e solo il 2% fu rimpatriato. Molti di questi furono italiani e credo che, in un momento storico in cui i migranti non sono più considerati delle persone, ma dei numeri, farebbe bene ricordare che poco più di un secolo fa gli emarginati e le persone che facevano paura eravamo noi.

La Statua della Libertà
La Registry Room ad Ellis Island

Ma New York non è solo musei, skyline e monumenti. New York ha un’anima rock che poche altre città hanno il privilegio d’avere. Ed è così che, tornando dalla Statua della Libertà ci siamo fermati nel Village, il cuore rock della città. La prima tappa è stata al numero 96 di Saint Mark’s Place, per vedere il palazzo che i Led Zeppelin inserirono nella copertina di Physical Graffiti, per poi fermarci al 315 di Bowery Street per vedere cosa rimane del CBGB.

Per chi non lo sapesse il CBGB fu uno dei locali storici della scena newyorkese, il locale che vide nascere i Ramones, Patti Smith o Blondie. Oggi è diventato un negozio di abbigliamento dello stilista John Varvatos che ha mantenuto la forma ed il mood originale, creando una collezione d’abbigliamento di ispirazione “Rock” solo per quello store.

I muri in mattoni sono ricoperti di biglietti di concerti e locandine d’epoca, ma il pezzo forte è uno dei camerini, ricavato dal bagno usato dagli artisti. Ecco, pensate le emozioni che si possono sentire quando, se devi provarti una maglietta, entri nel bagno dove ha pisciato Joey Ramone.

Il palazzo rappresentato in “Physical Graffiti”
Come appare oggi il CBGC
I colori dell’East Village

Se qualcuno mi dovesse chiedere però da quale punto si ha la miglior vista della città non direi, per quanto affascinante sia, l’Empire State Building, ma risponderei con il Top of the Rock. L’osservatorio situato sulla punta del Rockfeller Center ha una vista “immersa” all’interno della skyline di Midtown e ti fa sentire dentro di essa, una sensazione che gli altri osservatori non hanno, perché, essendo molto più alti, emergono sopra tutto.

Infine, per concludere la giornata, Times Square. Ok, è la meta più inflazionata di tutte ed è sempre piena di gente, troppa gente. Ma, per quanto caotica ed invivibile, allo stesso tempo ha un fascino incredibile. Passeggiare in mezzo a migliaia di persone nel cuore della notte, in una piazza illuminata a giorno è una sensazione che non si può spiegare, va provata. Ti fa sentire in uno di quei luoghi che non risentono del tempo che avanza.

E’ sempre giorno, è sempre piena, è sempre viva.

L’Empire State Building visto dal Top of the Rock
Times Square

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