Vi spieghiamo la teoria complottista sulla morte di Avril Lavigne

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Avril Lavigne è morta? Pare di no, o forse sì? Beh, da alcuni anni circola una stupida teoria complottista che la vuole deceduta da un pezzo e rimpiazzata da una sosia. Qualcuno avrà sicuramente in mente l’analogia con la presunta morte di Paul McCartney, “documentata” da messaggi subliminali alquanto discutibili.

Ma andiamo con ordine. La popolare cantante canadese si sarebbe suicidata nel 2003, un anno dopo il disco d’esordio che la rese celebre Let Go. Qualcuno della sua casa discografica quindi, per rimpiazzare la perdita, avrebbe utilizzato una sua sosia chiamata Melissa Vandella.
Lo scorso 13 maggio alcuni tweet e diversi articoli hanno ripreso la “notizia”, che come abbiamo detto circola già da alcuni anni in rete. Ma oltre che assurda, fa veramente ridere.  La foto che vedete in basso ha fatto il giro del web e cerca di ricostruire (con scarsi risultati, per la verità) i cambiamenti nell’aspetto della cantante

Ma quand’è nata la leggenda? A quanto pare tutto sarebbe iniziato con un blog brasiliano, Avril Esté Morta, che nel 2011 aveva elaborato complicatissime teorie per spiegare la presunta morte con relativa sostituzione di persona. Una prova a favore di questa bislacca teoria, che ha avuto molto successo in rete, sta nel fatto che la “nuova” Avril sia ben 3 centimetri più alta della vecchia, aspetto che viene reso esplicito persino in una sua canzone.

Ma… quello che non tutti sanno è che questo blog nasceva apposta con l’intento di smascherare il pubblico “credulone”, quello che abbocca alla cosiddette fake news, dimostrando come sia facile creare ad arte una falsa notizia, con prove assolutamente non verificate, ma verosimili o credibili.
Fatto sta che la storia divenne molto popolare in Brasile, al punto che nel 2015 Ryan Broderick, un redattore del sito BuzzFeed in visita nella redazione brasiliana del sito, venne a sapere della teoria e delle intenzioni del blog e volle diffonderla ai suoi amici con una serie di tweet.

Da quel momento molte testate internazionali ripresero la “notizia”, senza però sottolineare che era stato solamente un esperimento sociale per provare l’assurdità delle teorie cospirazioniste che girano in rete.
Lo stesso Broderick prova a correggersi con un articolo in cui  spiega come ha reso virale la bufala sulla morte di Avril Lavigne in un articolo emblematico dal titolo Ecco come ho per sbaglio reso la morte di Avril Lavigne una bufala virale.
Questo però non ha arrestato il diffondersi della bufala, che è approdata sul continente fertile di idiozie dei social network, riscuotendo sempre maggior successo. Addirittura vanno ad aggiungersi nuove prove a conferma della morte di Avril.

A me vengono in mente le parole di Umberto Eco, che forse Avril l’avrà anche ascoltata. «I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli».

 

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