Con un post molto duro pubblicato poco fa sulla sua pagina Facebook, Bugo ha annunciato di voler chiudere ogni rapporto con la Carosello, la casa discografica con la quale ha lavorato negli ultimi due anni. Lo fa senza usare mezzi termini, usando quei toni sarcastici che lo hanno sempre contraddistinto. Una delle “accuse” che rivolge alla Carosello è aver “firmato i piacioni dedededegiornalisti”, che ovviamente sono i Thegiornalisti di Tomaso Paradiso. Ma ecco il post di Bugo:
«Dove sono i discografici di una volta?? Quelli ciccioni che pensavano solo a vendere i dischi?? Ho passato due anni con i discografici di Carosello, poveretti capitanati dal più stolto di tutti, il loro direttore Giovannini. Uno che mi tiene in riunione un’ora per parlare di come dovrei usare i social, che non posso dire quello che voglio. Siamo impazziti?? Gente che cancella e corregge i miei post ritenuti più inadatti!! Uno che mi chiama in ospedale che è appena nato mio figlio (si sapeva che ero lì!) ed entra in questioni personali nel momento sbagliato, ma soprattutto perché?! Questa non è professionalità! Se hai un problema chiama il mio manager! Uno che ha due altri grandi problemi: è interista e ha firmato i piacioni dedededegiornalisti. Ascolta, sai dove te la puoi mettere la targa “miglior etichetta 2016”? Me ne vado da quell’ambiente corrotto, e presto se ne andranno anche i tuoi vicini. Sono già fuori e già in movimento perché esistono discografici seri!
Noi vogliamo discografici seri, che pensano al loro lavoro, che è vendere i dischi, non che fanno osservazioni artistiche! Noi non vogliamo discografici esperti di musica, pensate al vostro lavoro che è stare zitti e vendere dischi, che io penso al mio che è dire quello che voglio, come voglio, e quando voglio e dove voglio, giornali, Facebook o altro!!».
In un post precedente aveva scritto: «La promozione del mio ultimo album è terminata. Ora si volta pagina. Si riforma il mio suono live, che è decisamente rock, rock classico, senza fronzoli, alto volume e diretto in faccia (e ai cuori!), come l’ha sentito chi c’era all’anteprima a Macerata il primo maggio scorso (…).
Un ritorno alla semplicità del rock, un richiamo fortissimo che era in me già da mesi e che dovevo far venir fuori il prima possibile, prima del prossimo album! Uno slancio rock che è anche un modo per allontanare il più possibile il mio nome e il mio suono da quei mollaccioni cuoricini e leccate di faccia anni ‘80 di Otago, Giornalisti, Cosmo e compagnia bella, tutti uguali, dai nomi impossibili, che tanto piacciono a universitari e all’ambiente musicale più molle e sciocco del mondo».