Nina Zilli, esce oggi “Modern art”: la nostra recensione

Nina Zilli pubblica il suo quarto album, "Modern art", che definisce un disco urbano/tropicale, scritto tra Milano e la Giamaica. Purtroppo però le eccessive sonorità elettroniche non rendono giustizia nè al talento nè alla strepitosa vocalità della cantautrice piacentina.

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Modern art
di Nina Zilli
Universal
Voto: 5

A due anni e mezzo dal bellissimo Frasi&Fumo (ne avevamo parlato qui) torna Nina Zilli con Modern art, in uscita oggi per l’etichetta Universal.
Nelle dichiarazioni della cantautrice piacentina questo vuole essere un album “urbano/tropicale”, essendo stato scritto tra Milano e la Giamaica.
E di questi suoni all’incrocio tra urban, reggae e rap è pieno tutto quanto il disco, prodotto da Michele Canova, che aveva già prodotto L’amore è femmina, il secondo album della cantautrice, pubblicato nel 2012.
Tutte le canzoni dell’album sono state scritte dalla stessa Nina, che si è anche avvalsa di diversi collaboratori: i fratelli e producer Obi e Uche Ebele hanno firmato la musica di 1xUnAttimo, Notte di luglio, Butti giù (che vede la partecipazione di J-Ax) e Sei nell’aria. Il singolo di lancio, Mi hai fatto fare tardi (trovate il videoclip in fondo all’articolo), è stato invece scritto insieme a Calcutta, Dario Faini e Tommaso Paradiso dei Thegiornalisti. Due i brani interamente a firma della Zilli, Ti amo mi uccidi e Come un miracolo, mentre c’è spazio anche per una cover, e si tratta di Il mio posto qual è, brano del 1967 scritto da Sergio Bardotti, Franco Califano, Carlos Pes e Gian Piero Reverberi per Ornella Vanoni.
Una particolarità per chi acquisterà il cd in versione fisica: nel booklet tutti i testi delle canzoni sono tratti da un taccuino manoscritto e illustrato dalla stessa Nina. Una vera chicca che l’artista ha voluto dedicare al suo pubblico per questo nuovo progetto discografico.

L’indirizzo sonoro del nuovo album è ben chiaro già dal brano di apertura, Domani arriverà (Modern art), che vede Nina addirittura nelle vesti di rapper, mentre Ti amo mi uccidi è un reggae elettronico e decisamente radiofonico: potrebbe essere il singolo della prossima estate, un po’ come Mi hai fatto fare tardi è stata la canzone che ci ha accompagnato durante questa stagione.
Il punto in cui tornare è dedicata a Carlo Ubaldo Rossi, scomparso nel 2015 e produttore del primo album, Sempre lontano, pubblicato nel 2010, e potrebbe essere il perfetto esempio per descrivere l’album: una ballad delicata con un’interpretazione vocale intensa, ma che col suo tappeto elettronico rende il tutto un po’ troppo ibrido, meno etereo, sognante e arioso, come erano invece le canzoni del precedente Frasi&Fumo e anche proprio di Sempre lontano.
Butti giù è un rap tirato e vede la partecipazione di J-Ax, che rende la collaborazione dopo il featuring di Nina in Uno di quei giorni, seguito da Il mio posto qual è, cover di una canzone di Ornella Vanoni di 50 anni fa, qui rivisitata in chiave elettronica, mentre IGPF, che sta per I giorni più freddi, è una ballad che mostra il suo enorme potenziale (non sfruttato) nel potente ritornello dall’anima black.
Gli ultimi due brani dell’album ci mostrano finalmente un buon equilibrio tra arrangiamento vintage e sonorità moderne. Stiamo parlando della ballata Per un niente e di Come un miracolo, per noi il brano più bello dell’intero disco: un blues che intreccia la splendida voce di Nina e degli assoli di chitarra, con un’incedere che alla fine vola verso il gospel e che ci fa godere delle immense doti vocali della cantautrice piacentina.

In una recente intervista la Zilli ha confessato che il precedente disco, che aveva sonorità più black e riconducibili alla musica italiana ’60-’70, «non è stato passato molto in radio, forse per la non-radiofonicità delle canzoni», seppur fosse un lavoro di altissima qualità e che vedeva la produzione di un mostro sacro della nostra musica come Mauro Pagani.
E, seppur dicendo di cercare di non pensare a queste cose quando realizza un disco ma ammettendo di doverci fare comunque i conti, quello che ne è uscito fuori è un lavoro un po’ ibrido ma soprattutto (e ci dispiace dirlo vista la grande considerazione che abbiamo del talento di Nina) anonimo, che sembra dare un colpo al cerchio e uno alla botte per non scontentare nessuno, ma che in realtà non sortisce nessuno degli effetti desiderati: la troppa elettronica, che ha preso il posto degli strumenti e dell’arrangiamento “arioso” del precedente album, ruba un po’ la scena a quella che è la natura della cantautrice e non riesce a far risaltare nè le sue straordinarie doti vocali nè il suo inconfondibile stile, che attinge principalmente dalla Motown, dal blues e dalla black e che in questa nuova veste sembra quasi snaturato, riuscendo ad esprimere tutto il suo potenziale solo nei brani conclusivi del disco.

Modern art sarà presentato al pubblico in occasione di alcuni instore. Ecco gli appuntamenti:
11 settembre – Torino, Mondadori (Via Monte di Pietà, 2)
12 settembre – Milano, Mondadori (Via Marghera, 28)
13 settembre – Bari, Feltrinelli (Via Melo, 119)
14 settembre – Roma, Discoteca Laziale
15 settembre – Napoli, Feltrinelli (Via Santa Caterina a Chiaia, 23)

Qui sotto la copertina dell’album e, più in basso, la tracklist:

1. Domani arriverà (Modern art)
2. Ti amo mi uccidi
3. 1xUnAttimo
4. Mi hai fatto fare tardi
5. Il punto in cui tornare
6. Notte di luglio
7. Butti giù (feat. J-AX)
8. Il mio posto qual è
9. IGPF
10. Sei nell’aria
11. Per un niente
12. Come un miracolo

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