L’uomo di neve
di Tomas Alfredson
con Michael Fassbender, Rebecca Ferguson, Charlotte Gainsbourg, Val Kilmer, J.K. Simmons, Chloë Sevigny, James D’Arcy, Toby Jones
Voto 7 meno
In apertura sappiamo che una ragazza madre rifiutata dall’amante sposato si suicida davanti al figlio adolescente lasciandosi affondare in un lago ghiacciato. Poi, anni dopo, che il detective Fassbender dorme da barbone alcolizzato sottozero per strane ragioni (tra cui i pochi omicidi della Norvegia) mentre attorno a lui un serial killer segue, uccide e mutila donne appena torna la neve e lascia al detective messaggi che lo provocano, e una firma: un pupazzo di neve dal volto maligno.
L’adattamento cinematografico del romanzo di Nesbo è strano, comunque anomalo per chi è abituato allo standard del film di indagine americano: molte ellissi, un montaggio che porta a sovrapporre i piani narrativi, un’alternanza di scene di estrema crudezza a temperatura (anche emotiva) bassissima, un’attenzione all’estetica e alla stilizzazione delle scene maniacale e sempre un continuo raffreddamento della materia narrativa e alcune omissioni “colpevoli“ (o bizzarre) di dati per cui sembra che Alfredson (che aveva gestito con polso fermo il complicatissimo La talpa da Le Carré) in qualche modo “bari” con le convenzioni del genere. Impossibile dire di più. Grandi nomi sulla scena e dietro le scene (produzione Scorsese, che ha rinunciato a dirigerlo, montaggio Thelma Schoonmaker).
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