Max Grassi e il “Bogart Hotel”, una bella storia di canzoni e musica.

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Max Grassi è un notevole songwriter che insieme a Lorenzo Galletti alle tastiere e alla chitarra, pubblica un bel disco di rock cantautorale maturo e interessante.

Io sono stato contattato nel 2016 per occuparmi, assieme al fido Robby Pellati, della parte ritmica delle 9 delle 11 canzoni che compongono questo disco.

Le registrazioni sono state prodotte artisticamente da Livio Magnini, che ha curato anche l’accurato tracking ai “Saman Studio” di Milano.

Il 17 novembre del 2017 il disco viene pubblicato ed è bello risentire queste canzoni, queste atmosfere, alle quali abbiamo lavorato con piacere e gusto, inserite in un contesto vero e effettiv0 come un cd.

Le canzoni di Max sono racconti in musica, con una cura della prosa e del testo invidiabile, le influenze sono quelle del cantautorato classico di stampo americano, c’è l’amore per Bruce Springsteen e Jackson Browne ma anche John Mellencamp, Tom Waits e Francesco De Gregori nonché Ivano Fossati.

I testi sono spesso poetici, senza essere leziosi, capaci di suggestioni alte, penso a Modigliani, ma anche a Humphrey Bogart, il tutto è reso in modo cristallino dalla bella produzione del disco.

Mercoledì 15 novembre, alle ore 20, all’Arci Ohibò di Milano (via Benaco, 1 – ingresso gratuito con tessera Arci) il cantautore rock Max Grassi presenterà dal vivo il suo nuovo disco “Bogart Hotel” (M.i.l.k. Records), disponibile dal 17 novembre nei negozi tradizionali, in digital download e su tutte le piattaforme streaming.

Insieme a Max Grassi sul palco Antonio Righetti, al basso, Robby Pellati, alla batteria, (sezione ritmica della band di Ligabue), Livio Magnini, alla chitarra, (Bluvertigo) e Lorenzo Galletti, alle tastiere che, per l’occasione, daranno vita agli undici brani per undici stanze del “Bogart Hotel”.

Max Grassi nasce a Roma il 4 febbraio 1970 ma cresce nell’hinterland milanese, a Sesto San Giovanni. Da sempre onnivoro di tutto ciò che abita il pentagramma, già negli anni del liceo si unisce a diverse band, fino all’incontro chiave, quello con Lorenzo Galletti, ancora oggi compagno inseparabile dei suoi percorsi musicali.

Di lì a breve, unendo la passione per la letteratura a quella per le note, Max inizia a scrivere canzoni che formeranno i suoi primi 2 dischi autoprodotti: “Dove inciampano i sogni” (1997) e “Dopo la pioggia” (1998). Contemporaneamente a questo lavoro, Max diventa giornalista professionista – dopo essersi occupato di spettacolo, cultura e politica approda definitivamente al giornalismo sportivo – e comincia, penna alla mano, a girare il mondo per raccontare eventi tra i più rilevanti. Completamente assorbito dal lavoro, passeranno dieci anni prima di autoprodursi un nuovo disco; “La vita che resta” vede la luce infatti solo nel 2008. Un disco meno intimo e più narrativo che seppure sempre nell’ambito dell’autoproduzione si avvale di importanti collaborazioni come Livio Magnini e Daniele Cavallanti. Dal 2016 lavora alla realizzazione del suo vero disco d’esordio “Bogart Hotel” (2017) in uscita il 17 novembre.

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