Chi ci segue dall’inizio sa che questo post non è nuovo. Ma mi piace ripubblicarlo perché lo trovo “benaugurante”. Infatti ieri, 2 febbraio, questa avventura chiamata Spettakolo ha compiuto nove anni, e oggi è il mio compleanno. Anzi, è un doppio compleanno: quello anagrafico (ne compio 69, che cominciano ad essere mica pochi!) e quello professionale: il primo articolo lo pubblicai esattamente 50 anni fa, coincidenze della vita!
Forse è l’occasione giusta per raccontare come ho iniziato a fare questo mestiere. Anche perché – come detto – il mio primo articolo uscì proprio il 3 febbraio, giorno del mio 19esimo compleanno. Quel giorno del 1974 lo ricordo perfettamente: vado in edicola e vedo l’ultimo numero di Pop Records. Lo sfoglio avidamente e a un certo punto trovo un articolo sui Genesis. La firma: Massimo Poggini di Chiavari. Non volevo crederci, andai in giro tutto il giorno a farlo vedere ai miei amici: più che il nome, a convincerli che quell’articolo l’avevo scritto io era la specifica “di Chiavari”. Di Massimo Poggini magari potevano essercene altri, ma “di Chiavari” no. Dovevo essere io per forza! (Detto per inciso, una città che con me non è mai stata generosa, infatti me ne andai nel 1979. Del resto l’espressione Nemo propheta in patria non l’ho certo inventata io).
Successivamente, tra l’altro, ho scoperto pure un’altra curiosa coincidenza: proprio quel giorno, il 3 febbraio, i Genesis iniziavano a Torino un tour nel nostro paese. Ebbene, quel tour era organizzato da David Zard, un promoter che con gli anni avrei imparato a sconoscere bene, e purtroppo scomparso sei anni fa. E fu pure il primo concerto visto da un ragazzino, che poi sarebbe diventato mio amico, Luca De Gennaro.
All’epoca frequentavo l’istituto “In memoria dei morti per la patria” (mi hanno detto che tra qualche settimana gli cambiano il nome, peccato!). Quello era l’anno del diploma in ragioneria (come Vasco, come il Liga…) e ancora non avevo deciso cosa avrei fatto da grande. Lo decisi osservando compiaciuto le facce dei miei amici: da grande avrei fatto il giornalista, vuoi mettere la soddisfazione di vedere il tuo nome stampato su un giornale!
Così presi il treno per andare a Genova a trovare quelli di Pop Records, la cui sede era il Disco Club di via San Vincenzo, proprio di fronte alla stazione Brignole; un negozio indipendente che resiste nonostante tutto. Entrai col giornale aperto sulla pagina dove c’era l’articolo sui Genesis e a qualcuno, non ricordo chi, dissi timidamente: «Questo l’ho scritto io, mi piacerebbe scriverne altri». Non mi presero per matto, però misero subito le mani avanti: «Guarda che noi non paghiamo nessuno, tutt’al più ogni tanto possiamo darti qualche disco». Ma chi ci pensava ai soldi, io volevo solo vedere il mio nome un’altra volta sul giornale!
Comunque è iniziata così. C’era una bella atmosfera, eravamo tutti intorno ai vent’anni e avevamo una gran voglia di fare. Qualche piccola soddisfazione me le sono tolta. Come quella volta che andai di pomeriggio al teatro Alcione, sempre a Genova, a intervistare Angelo Branduardi. Dovete sapere che tra noi c’era una certa somiglianza, avevo un gran cespuglio di capelli ricci esattamente come lui.
Fatto sta che quando me ne andai passando dall’uscita di servizio, davanti c’erano alcuni ragazzi che aspettavano. Qualcuno mi chiese l’autografo, ovviamente pensando che fossi lui. Dissi che sì, in effetti un po’ ci somigliamo, ma non sono Branduardi. Si convinsero quasi tutti, ma uno proprio non ci credette e mentre mi allontanavo sentii che urlava: «Sei proprio uno stronzo, non comprerò mai più i tuoi dischi!».
Sono passati esattamente 50 anni dal primo articolo scritto per Pop Records. La notizia è che ce l’ho fatta a fare il giornalista: qualche tempo dopo iniziai a collaborare con vari quotidiani locali, poi cominciai a scrivere su Ciao 2001 (il servizio su Tina Turner fu il mio primo a finire in copertina: era il 30 luglio 1978).
Nel 1979 mi assunse Boy Music (sotto una copertina di cui vado particolarmente fiero: uscì nel 1980, allora eravamo in pochi a conoscerlo)e dal 1984 fino al 2013, cioè per tutto il periodo in cui è esistito, sono stato a Max.
Nel frattempo ho avuto la fortuna di trovarmi faccia a faccia con un numero incredibile di star planetarie, da Bob Marley ai Sex Pistols a Bob Dylan, da Mick Jagger a Keith Richards a Sting, da Paul McCartney agli Ac/Dc a Iggy Pop, da Björk agli Aerosmith, da Lenny Kravitz ai Radiohead a Whitney Houston. Ho pure scritto diversi libri che mi hanno regalato grandi soddisfazioni. E ho visto un bel po’ di mondo. Questo per dire che qualche volta i sogni si avverano, magari grazie a un “giornalino” (uso questo termine con affetto infinito) chiamato Pop Records…
Nove anni fa sono ripartito con questa nuova avventura. L’entusiasmo è identico a quando avevo 19 anni, magari ho un po’ di esperienza in più, e purtroppo devo constatare che l’ambiente che gira attorno alla musica è un po’ diverso.
Comunque ringrazio tutti gli amici e colleghi che ci hanno creduto e che stanno contribuendo a far vivere Spettakolo. Alcuni sono della mia generazione, e pure loro hanno parecchie storie da raccontare. Altri sono attorno ai vent’anni: in loro rivedo il me stesso dei primi tempi. So che sono anni difficili, soprattutto per i giovani. Ma gli auguro con tutto il cuore di riuscire a realizzare il loro sogno come è successo a me (qualcuno ha già imboccato la strada giusta). Del resto «il futuro appartiene a chi crede nella bellezza dei propri sogni», come diceva Eleanor Roosevelt.
Buon compleanno!!!! Felice di aver condiviso stanza e un po’ di cotanta vita e sogni e carriera (e vacanze). Anton