Renzo Rubino: «A Sanremo porto il dialogo, l’amore e i miei genitori»

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@Diego di Guardo

«C’è a chi piace il Natale e c’è chi lo odia. Io sono uno di quelli a cui piace il Natale e per me Sanremo è come il Natale!». Inizia con queste parole l’incontro con Renzo Rubino, in gara al Festival di Sanremo con Custodire.

È una canzone d’amore?
È quello che vorrei che si dicessero i miei genitori, che da anni non si parlano più. Si sono separati quando avevo sette anni. Subito dopo ho iniziato a recitare. Volevo stare sul palco. Ogni volta che facevo uno spettacolo, cercavo tra il pubblico uno dei due. Ma non c’erano quasi mai. È un argomento molto difficile da affrontare davanti a un pubblico così vasto, ma nelle canzoni bisogna dire la verità.

I tuoi genitori hanno ascoltato il pezzo?
Non ancora. Mio padre però ha letto che parla di lui e di mia madre e mi ha chiesto conferma. Mi ha detto che avrebbero continuato a non parlarsi. Infatti questo è quello che vorrei si dicessero.

Quando nasce la canzone?
In una notte di settembre. Avevo appena visto un film orrendo, La musica nel cuore. Eppure, molto spesso dalle cose brutte nascono cose belle. Era la storia di un bambino che era stato abbandonato dai genitori: lui, allora, decise che sarebbe diventato il più grande direttore d’orchestra di tutti i tempi, così che loro potessero ascoltare la sua musica. Quel film ha toccato in me determinate corde e quella sera stessa ho scritto Custodire. Mi sono chiesto perché faccio musica: mi sono psicanalizzato. Sono una persona molto insicura, mentre sul palco sono l’esatto contrario. Forse perché ho sempre avuto l’esigenza di essere ascoltato, dalla prima all’ultima fila: cerco comprensione. E tutto è partito dal nucleo familiare. Si parla spesso di generazioni bruciate, di social network, ma quasi nessuno parla di separazione: eppure, certe insicurezze possono partire proprio da lì. Le mie, per fortuna, sono diventate musica.

Un personaggio della tua famiglia molto famoso è tuo nonno Michele, che troviamo sulla copertina de Il gelato dopo il mare…
A Martina Franca ormai è una super star! Continua a rimorchiare. Pensa che mi ha detto che verrà a Sanremo perché spera di incontrare Alba Parietti: mica per me. Però insieme a lui ci sarà anche mia nonna Mimma. Stanno insieme da quando avevano 15 anni: l’amore eterno esiste! Mio nonno potrete rivederlo sulla copertina del repack del disco, con una giacca piena di paillettes! Lui è il volto del mio ultimo periodo di vita: quando sono tornato in Puglia, ho smesso di scrivere canzoni e ho fatto la vita del “pensionato”.

Perché?
Avevo paura dell’ambiente che frequentavo: c’erano alcuni aspetti che non mi piacevano, che erano diversi da quelli che immaginavo. Avevo paura del mondo. Ma la paura più grande è arrivata dopo: quando ho pensato che non avrei più fatto musica. Ne ero convinto e, allo stesso tempo, ne ero terrorizzato. Poi per fortuna sono tornate le canzoni e ho pubblicato un album che a me piace molto. Ci ho impiegato tre anni, perché ho ragionato su ogni singola nota. È un lavoro pieno di amore e in cui mi rispecchio appieno.

Non temi che il periodo di crisi possa ripetersi ancora?
Prima di tornare a fare musica mi sono ripromesso di ricordarmi sempre cosa mi era successo negli ultimi anni. Ero senza canzoni e con pochi soldi in tasca: ho in mente tutto quello che ho passato, i sacrifici che ho fatto per tornare sul palco di Sanremo e ora non ho paura di niente.

Come sarà Custodire sul palco dell’Ariston?
Penso che sia la canzone giusta con cui partecipare al Festival. Ma in modo diverso, perché io sono diverso. Tanto per cominciare, non suonerò più il pianoforte sul palco. Il pezzo è stato prodotto da Giuliano Sangiorgi. L’ho chiamato due giorni dopo l’uscita del primo singolo del nuovo album dei Negramaro. Lui era incasinatissimo, però mi ha detto di inviargli comunque il pezzo. Gli è piaciuto e, due giorni dopo, mi ha mandato una versione bellissima che aveva suonato lui a casa sua. Ecco: questo, fino a qualche tempo fa, non l’avrei mai fatto. Io sono gelosissimo delle mie cose, figuriamoci delle canzoni! E invece mi sono “contaminato” con un altro artista: c’è la mia liricità, il suo sound, il mio mondo. Credo che Custodire sia una delle canzoni più belle che abbia mai scritto, totalmente priva di retorica.

L’accostamento del venerdì Renzo Rubino – Serena Rossi è molto curioso…
È una pazza! Me ne sono accorto vedendo Ammore e malavita e Celebration, e ho pensato che sul palco volevo che ci fosse lei insieme a me. Allora l’ho chiamata ed era felicissima della mia proposta. Ha ascoltato il pezzo e si è commossa. È una persona estremamente sensibile. Le prove sono venute benissimo: secondo me sarà un duetto stupefacente!

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