Dal 6 all’11 marzo 2018 al MIC – Museo Interattivo Cinema di Milano, omaggio allo sceneggiatore e regista milanese, autore di un cinema colto e di respiro europeo
Di famiglia benestante Franco Brusati nasce a Milano il 4 agosto 1922 e dopo aver studiato diversi anni all’estero si laurea in scienze politiche e in giurisprudenza. Inizialmente intraprende la professione di giornalista collaborando soprattutto con i periodici Europeo e Corrente. Nel ’49 trasferitosi a Roma entra nel mondo del cinema come aiuto regista di Rossellini, Camerini e Castellani e poi si dedica alla scrittura cinematografica e alla traduzione di testi e adattamenti per il teatro.
Del 1956 è il suo esordio dietro la macchina da presa con Il padrone sono me tratto dal romanzo di Alfredo Panzini. Nel ’62 nella Milano del boom economico gira Il disordine (martedì 6 marzo ore 17), un’opera sulla disgregazione morale delle classi agiate interpretato da Tomas Milian, Jean Sorel, Renato Salvatori, Sami Frey, Alida Valli, Adriana Asti e Antonella Lualdi. Nella seconda metà degli anni Sessanta la sua maturità artistica acquisita come autore cinematografico si evidenzia con due film insoliti e riusciti, Tenderly (sabato 10 ore 17,15), 1968, protagonisti George Segal e Virna Lisi; commedia sofisticata all’americana sul rapporto tra un giovane medico e una ragazza anticonformista e I tulipani di Harlem (venerdì 9 ore 17), 1970, ambientato in Olanda, curiosa storia d’amore tra due solitudini, quella di un modesto impiegato e di una sedicenne.
Nel ’73 arriva il grande successo di pubblico e di critica con Pane e cioccolata (domenica 11 ore 17,15), l’odissea di un immigrato dalla Ciociaria in Svizzera (l’ottimo Nino Manfredi) di professione cameriere che cerca di integrarsi nella realtà elvetica così diversa da quella della sua terra di origine. Dopo molte regie teatrali Brusati torna sul set nel ’79 per Dimenticare Venezia (giovedì 8 ore 17), opera intimista sulla memoria e sull’omosessualità interpretato da Mariangela Melato, Erland Josephson, Eleonora Giorgi.
Nel ’83 ancora con la Melato firma Il buon soldato (venerdì 9 ore 15), una pellicola purtroppo di scarso successo incentrata sull’insolito rapporto tra Marta, una donna sulla quarantina, moglie infelice e Tommaso, un ragazzo smarrito in procinto di partire per il servizio militare. Il suo ultimo film è Lo zio indegno (domenica 11 ore 19,15), 1989, con Vittorio Gassman nei panni di Luca, un poeta stravagante, libertino e fanfarone che sconvolge la vita dell’agiato Riccardo (Giancarlo Giannini). Franco Brusati muore il 28 febbraio 1993 a settantuno anni in seguito all’aggravarsi di una malattia lasciandoci in eredità il suo cinema colto e di respiro europeo da intellettuale e letterato fuori dalle regole che non si è mai posto il problema di rincorrere a tutti i costi il successo.