La mostra sui Pink Floyd a Roma chiude in anticipo: flop o trasloco?

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Pink Floyd
Foto: Andrea Giovannetti

E’ notizia di ieri che la mostra Their mortal remains, dedicata ai 50 anni di storia dei Pink Floyd, e che si sta tenendo al Macro di Roma, chiuderà i battenti il prossimo 20 maggio, invece della data inizialmente prevista (e ancora visibile sul sito) del primo luglio.
Sulle pagine social ufficiali si legge di una chiusura anticipata dovuta all’imminente trasloco dell’esibizione in Germania (dovrebbe essere Dortmund la località prescelta), ma leggendo i resoconti di chi ha visitato la mostra in queste ultime settimane sono molte le testimonianze che parlano di sale semideserte e di pochissimi visitatori, soprattutto nei giorni infrasettimanali, per un allestimento che invece avrà sicuramente comportato un investimento notevole da parte degli organizzatori.

Di certo per chi ancora non ha avuto ancora l’opportunità di vedere la mostra, questi ultimi 40 giorni e la scarsa affluenza che si sta registrando possono essere un incentivo per affrettarsi ad andare a Roma e godersi l’esibizione con tutta calma e senza folla, ma visto il clamoroso successo avuto a Londra (e, ad esempio, anche il grande successo della mostra su David Bowie a Bologna), ci chiediamo cosa non abbia funzionato nella Capitale a tal punto da dover anticipare di un mese e mezzo la chiusura.
Tanto per fare un esempio, la mostra di Londra in cinque mesi di permanenza ha superato le 350.000 visite, battendo anche il precedente record di David Bowie is, e costringendo gli organizzatori a mantenerla aperta per due settimane extra, data l’affluenza straordinaria.
Noi ci eravamo andati in agosto (qui il nostro racconto) ed effettivamente ogni sala era stracolma di gente, e solamente nelle 4 ore in cui siamo stati al suo interno centinaia di persone hanno affollato ogni ambiente che il V&A museum aveva riservata a questo evento.

Speriamo che gli organizzatori forniscano i numeri della mostra e magari anche le motivazioni della chiusura anticipata, perchè sicuramente tante persone che magari avevano già programmato una visita a Roma con la scusa della mostra nei prossimi mesi e prenotato aerei e treni ora si trovano costretti a rivedere i loro piani e a rimetterci dei soldi.

Nato a Roma nel 1984, ma vivo a Venezia per lavoro. Musicista e cantante per passione e per diletto, completamente autodidatta, mi rilasso suonando la chitarra e la batteria. Nel tempo libero ascolto tanta musica e cerco di vedere quanti più concerti possibili, perchè sono convinto che la musica dal vivo abbia tutto un altro sapore. Mi piace viaggiare, e per dirla con le parole di Nietzsche (che dice? boh!): "Senza musica la vita sarebbe un errore".

15 COMMENTI

    • Condivido il giudizio espresso da Syd: gli italiani, soprattutto la gioventù di oggi, ha la mente completamente annebbiata sia da quella serie di “rumori incomprensibili e senza melodia” che girano nelle discoteche sia dalle “canzoncine da quattro soldi” cantate (si fa per dire!) da illustri sconosciuti provenienti da programmi “trash” quali X Factor o similari che arrivano purtroppo anche a vincere manifestazioni quali Sanremo, ma che, per fortuna, dopo breve tempo nessuno ricorda più!

      • Considerazioni giuste in generale, ma fuori contesto. Probabilmente la spiegazione è molto più semplice: è stata scelta una città bellissima, ma in questo caso sbagliata. Non a caso la mostra su David Bowie a Bologna è andata benissimo. E quella intitolata “Revolution”, attualmente a Milano, sta facendo numeri molto interessanti.

        • Una mostra del genere ha bisogno di principalmente due cose: uno spazio abbastanza grande e una certa raggiungibilità. Sono studente a Bologna da qualche mese e onestamente non so se ci sia o meno un luogo abbastanza grande dove allestire per mesi la mostra, ma è certamente più raggiungibile Roma, sia come praticità che come costi.
          Avranno fatto i loro conti e alla fine questo vuol dire che dovrò anticipare un po’ la mia seconda visita (sono stato a Londra ma ci ho speso giusto un paio d’ore e adesso voglio rivedermela per bene, soffermandomi su ogni dettaglio)

    • Meglio the Voice sul divano. Imbarazzante. Un popolo fermo a Claudio villa….. Certo che se il nuovo sono fedez e gente varia… W Claudio villa

  1. Vivo a Roma e ho saputo della mostra dalla televisione in occasione della sua apertura. In giro neanche un manifesto. Non è stata pubblicizzata abbastanza.

  2. Credo che la spiegazione sia ancora più semplice:
    vorrei sapere se negli altri spazi museali citati nell’articolo ci sono le stesse difficoltà di parcheggio che ha il Macro!
    Secondo me non è la mostra in sé ad aver fatto flop, ma qualunque iniziativa programmata in quella location sarà sempre a rischio!!!

  3. Ancora con le storie degli italiani beoti, ancora che addossiamo la colpa a xfactor, alla tv, alla globalizzazione…addirittura sento alla stessa città di Roma quando per entrare ci vogliono…18 euro! Questo è il problema: DICIOTTOEURO per il biglietto. Nemmeno il Louvre costa così tra un po’!

  4. Io ho prenotato io treno da Trieste, per il 24 maggio.
    Non rimborsabile (quasi cento euro) in quanto in offerta.
    Mi sembra una presa per il culo bella e buona: fino a ieri la data di chiusura era il 1 luglio, ufficiale e non certo ufficiosa: c’è ancora sul portale Facebook di Roma capitale, ma basta leggere gli articoli sull’inaugurazione.

  5. Ci sono stato e me la sono goduta: poca gente è vero (giorno feriale) ma è stato il modo migliore per girarla per almeno un paio di ore.
    Non credo che ci entri qualcosa il costo del biglietto, a cui si devono aggiungere i diritti di agenzia tra l’altro: non penso che la gente di media vada più di 2 volte l’anno a un museo o a una mostra, lo ritengo un falso problema e comunque in questo caso son ben spesi.
    Piuttosto a) il MACRO, pur avendo ampi spazi, è in un luogo decisamente infelice per essere raggiunto e b) i Pink, a parte episodi sporadici, sono stati in Italia un fenomeno elitario mai di massa come altrove (o vogliamo chiamare di massa il concerto a Venezia dove sono entrati in gioco altri fattori?), quindi anche l’affluenza all’esposizione è relativa all”affetto effettivo” di cui la band gode in questi lidi, comunque enorme rispetto ad altri gruppi dell’epoca.

  6. L’unico commento giusto (a parte quelli sull’ignoranza musicale in Italia cosa che è palese e sotto gli occhi di tutti, la musica italiana fa schifo da sempre) è quello di Rossella. Io sono stato a Londra e mi son fatto un’ora di fila per entrare e poi non c’erano più biglietti. Son tornato il secondo giorno altra ora di fila e son riuscito a entrare! I PF avevano scelto Milano prima di Londra per la mostra figuriamoci!! A Milano avevano preparato tutto anni fa e poi è saltato tutto per incapacità organizzativa. Se Milano e Roma danno questi risultati per una cosa che all’estero ha un successo enorme non lamentiamoci se poi in Italia siamo con le pezze al c**o…

  7. Ma sapete che era stata organizzata a Milano molto prima che a Londra e poi annullata senza spiegazioni? È che quasi nessuna delle tantissime persone che aveva acquistato il biglietto è stata rimborsata e continua a chiedere i suoi soldi? Secondo voi le stesse persone si sarebbero fidate nuovamente di queste persone?

  8. Non credo che il popolo italiano è ignorante musicalmente come detto sopra se pensiamo che i Floyd è il gruppo più amato in Italia e all’ estero.

  9. Qualcos’altro ci sfugge, se il MACRO riaprirà solo il 1° ottobre. E penso che in tantissimi abbiano visto la mostra a Londra (che ormai è molto più ospitale e raggiungibile di Roma!). C’è da dire che molti siti di informazione sugli eventi romani continuano a riportare tranquillamente che è aperta fino al 1° luglio…fregando anche me che ci sarei andato tra qualche giorno

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