Neurofiction. Come il cinema immagina il futuro del cervello

Dal 9 al 13 aprile allo Spazio Oberdan cinque film sul transumanesimo

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Dal 9 al 13 aprile 2018 presso lo Spazio Oberdan Cinema Milano Neurofiction: cinque film con ingresso libero propongono scenari fantascientifici sul transumanesimo e animano il dibattito tra neuroscienziati, magistrati, filosofi, moderato da Viviam Kasam e Giancarlo Comi

“Io sono Frankenstin” risponde irritato il nipote del famoso barone dottor Victor von Frankenstein, anche lui scienziato eccentrico che cerca di ripetere l’esperimento del nonno aiutato dal goffo Igor. Nel tetro castello di famiglia a Transilvania dopo vari tentativi nascerà una creatura ricostruita con parti del sistema nervoso umano, ma dal cervello subnormale, che però si rivelerà un mostro di buon cuore. È Mel Brooks nel 1974 l’autore del divertente Frankenstein Junior (lunedì 9 aprile), una satira del mitico film Frankenstein del 1931, che ottiene uno strepitoso successo di pubblico negli Usa (oltre dodici milioni di dollari) anche grazie ai bravissimi interpreti Gene Wilder, Marty Feldman, Peter Boyle, Madeline Kahn. La pellicola introduce il primo tema della manifestazione, l’implicazione etica di interventi di questo genere. L’universo dell’Intelligenza Artificiale e le conseguenze che potrebbero nascere da robot troppo intelligenti sono invece l’argomento di Ex machina (martedì 10), film diretto da Alex  Garland nel 2015 e incentrato su di un giovane programmatore della più grande società internet del mondo invitato per una vacanza premio nella casa del suo capo, in realtà un grande laboratorio costruito per rendere operativa la prima intelligenza artificiale del mondo contenuta nel corpo di una bellissima ragazza robot. Il terzo tema, quello della manipolazione della mente, è affrontato dal film di Jonathan Demme The Manchurian Candidate (mercoledì 11) del 2002, storia di un ufficiale americano che ha perso i sensi durante un’imboscata nel corso della prima guerra del Golfo. Al ritorno in patria scopre di essere stato sottoposto al lavaggio del cervello necessario per coinvolgerlo in un diabolico complotto. L’applicazione di una nuova tecnologia chiamata precrimine e creata per punire i colpevoli prima che commettano i loro reati è l’argomento di Minority report (giovedì 12), 2002 di Steven Spielberg tratto dal breve racconto di Philip K. Dick, mentre la creazione di avatar digitali realizzati da una grande azienda cinematografica per sostituire veri attori e attrici da inserire in qualsiasi tipo di film di prossima produzione è l’ultima tematica della manifestazione, che attraverso il cinema tenta di immaginare scenari sull’evoluzione dell’Intelligenza Artificiale, sul rapporto tra l’uomo e il robot, sul futuro della nostra società avvicinando alla ricerca scientifica un pubblico di non addetti ai lavori e di giovani.

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Pierfranco Bianchetti , giornalista pubblicista e socio del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani è laureato in Sociologia a Trento. Ex funzionario comunale, responsabile dell’Ufficio Cinema del Comune di Milano, ha diretto n l’attività del Cinema De Amicis fino alla chiusura nel 2001. Ha collaborato a Panoramica – I Film di Venezia a Milano, Locarno a Milano, Il Festival del Cinema Africano; Sguardi altrove; ha scritto sulle pagine lombarde de l’Unità e de Il Giorno, Spettacoli a Milano, Artecultura, Top Video; Film Tv; Diario e diversi altri periodici. Attualmente collabora a Diari di Cineclub, Grey Panthers, il Migliorista, Riquadro.com, pagina facebook Sncci Lombardia. Ha pubblicato nel 2021 per Aiep Editore “L’altra metà del pianeta cinema-100 donne sul grande schermo” e nel 2022 per Haze Auditorium Edizioni “Cinemiracolo a Milano. Cineclub, cinema d’essai e circoli del cinema dalla Liberazione a oggi”.

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