Napoli, i 99 Posse, J-Ax, Raffaella Carrà e un nuovo singolo: il ritorno di Jovine

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Jovine

E’ un percorso davvero originale quello di Jovine, musicista napoletano di matrice reggae, passato dai 99 Posse a The Voice of Italy, ed ora con un nuovo singolo (e annesso video) intitolato Puortamecute, da poco pubblicato, che strizza l’occhio a sonorità trap. Lo abbiamo intervistato.

Si può definire Puortamecute “una dichiarazione d’amore verso la città di Napoli”?
E’ corretto, anche se il discorso è più ampio. E’ fondamentale per noi napoletani portare Napoli con noi, ovunque siamo. Questa città, con le sue contraddizioni e le sue bellezze, è unica. Per un musicista è una fortuna nascere a Napoli. La canzone è una dedica alla città, ma è anche una dichiarazione d’amore nei suoi confronti. Certo, c’è bisogno di combattere. La musica che proviene dal sud, per certi punti di vista, ha una marcia in più, ma incontra anche mille difficoltà. Rispetto al nord Italia le infrastrutture sono sicuramente diverse, per non dire quasi inesistenti. E’ molto più complicato partire da qua e fare musica.

Musicalmente questa canzone segna un punto di svolta nel tuo percorso artistico?
Questo brano segna una fase nuova del mio progetto. Arriva dopo otto album di reggae napoletano. Mi piace essere reggae, sono convinto di pensare, muovermi e avere un sound nella mia voce molto reggae. Ma ci sono tanti modi per comunicare con le persone. Il mio nuovo progetto mi porta ad essere reggae nell’anima, ad essere napoletano, ma anche a dare uno sguardo alle nuove sonorità. In questa canzone, a livello di base, il sound è indiscutibilmente trap. Le tematiche però sono ben diverse da quella che è la trap italiana.

Il singolo anticipa un nuovo album?
Avevo la volontà e la necessità di fare uscire questo brano, per tutto quello che racconta, anche grazie al video. E’ la prima volta che esco con un progetto in divenire. Abbiamo avuto molti feedback positivi. Voglio portare avanti questo progetto e il risultato finale potrà essere anche un album. Però prima voglio divertirmi a fare uscire i singoli, anche per dare importanza a tutte le canzoni. L’album uscirà, ma ci arriveremo gradualmente: abbiamo altre storie da raccontare ed altri sound da sperimentare.

Il regista del video è Luca Delgado, che è anche un affermato scrittore. Ha dato qualcosa in più alla canzone con il suo lavoro?
Ha aggiunto tantissimo. Il brano è legato al tema dei giovani della mia città, che spesso si trovano di fronte ad un bivio: fuggire da Napoli o restare e trovarsi di fronte strade difficoltose. La mia terra, negli ultimi anni, è diventata anche la “terra dei fuochi”, dove si muore per niente. Luca Delgado ha descritto queste tematiche e ne ha aggiunte delle altre. Nel video c’è una donna che ha un sogno e che per inseguirlo deve accettare delle realtà che non sono giuste e c’è una ragazza che è napoletana, anche se la sua pelle sembra dire il contrario: ritorna in Africa ed insieme alla nonna beve un caffè napoletano. Una canzone fine a se stessa serve a poco, se c’è un contenuto (e il video racconta tre storie importanti) può invece dare anche un’emozione sociale.

La tua storia musicale è strettamente intrecciata a quella dei 99 Posse. Quanto è stata importante per te questa collaborazione?
Mio fratello è uno dei fondatori storici dei 99 Posse, io anche se ero molto giovane li ho visti nascere. Tempo dopo, quando il mio progetto era entrato nel vivo, ho ospitato a Piazza del Gesù i tre componenti dei 99 Posse, in occasione della loro reunion. Qualche giorno dopo mi telefonò Luca “O Zulù” e mi disse che mi voleva nella nuova formazione. Per cinque anni sono stato uno spalla per Zulù e sono stato in tournée con mio fratello. Nel fine settimana facevo i concerti con i 99 Posse, mentre negli altri giorni registravo The Voice. Nella vita non mi sono fatto mancare niente.

Cosa ti ha lasciato l’esperienza di The Voice?
E’ stata un’esperienza fantastica. Avevo già sette album all’attivo, la mia musica era già viva. The Voice mi ha dato visibilità, mi ha fatto conoscere a tantissime persone. Ho avuto la possibilità di fare reggae e mi ha lasciato una grande amicizia: quella con J-Ax, che è sfociata anche nella canzone Un altro viaggio, che fa parte del suo album Il bello di essere brutti. E ho conosciuto anche Raffaella Carrà, che mi ha definito un grande artista: non so se sia vero, ma sono quelle cose che ti porti dentro per sempre.

Ti aspetta un’estate di musica?
Sì, già a giugno ho tanti concerti in programma. Suoneremo questa nuova canzone, ma pescheremo ovviamente anche dai miei dischi precedenti. Il nostro è uno spettacolo molto reggae e ricco di colori. Saremo più spesso al sud, ad esempio il 17 di questo mese a Palermo, ma anche al Festival antirazzista di Pontida il giorno prima. Ed anche a Padova, a Radio Sherwood, con i Terroni Uniti. Sarà un’estate di musica, un’estate di vita.

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Nato a Lavagna (GE) il 26 luglio 1970, nel giorno in cui si sposano Albano e Romina, dopo un diploma in ragioneria ed una laurea in economia e commercio, inizio una brillante (si fa per dire) carriera come assistente amministrativo nelle segreterie scolastiche della provincia di Genova e, contemporaneamente, divorato dalla passione del giornalismo, porto avanti una lunga collaborazione con l’emittente chiavarese Radio Aldebaran, iniziata nel 2000 e che prosegue tuttora. Per 15 anni ho collaborato anche con il quotidiano genovese Corriere Mercantile. Dal 2008 e fino alla sua chiusura ho curato il blog Atuttovasco.

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