Hereditary

Diciamo che il funerale è solo l'inizio...

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Hereditary
di Ari Aster
con Toni Collette, Gabriel Byrne, Alex Wolff, Milly Shapiro, Ann Dowd, Marilyn Miller. Voto Diverso, inquietante

È morta la nonna. Aveva così tanti segreti, dice la figlia Tony Collette al funerale, che forse sarebbe seccata di avere così tanta attenzione. È morta? Sapremo anche che la nonna era così invasiva da voler nutrire al seno la nipote. Lo sapremo dalle miniature inquietanti a cui lavora la figlia (artista, infelice, sonnambula, malattie mentali e suicidi in famiglia): case di bambole che riproducono le situazioni della famiglia e del film. Marito psicoterapeuta che deve rappresentare la razionalità, figlia “strana”, con allergie letali, che sembra un rapace, vede luci e rivorrebbe la nonna, figlio che si attacca volentieri al bong per fumare erba e riesce a fare molto male alla sorella, casa molto fredda, che spesso puzza. Ah, qualcuno ha profanato la tomba della nonna. Il film di Ari Aster usa in variante arty un po’ tutti i nuovi trucchi per fare horror: nessuno accende mai la luce, le cose nel buio sono indefinite come in sogno, particolari repellenti sono gettati lì come normali, la mamma può averti anche cosparso di acquaragia per darti fuoco nel sonno, le vicine di casa riescono a parlare coi morti al primo colpo. Diciamo un horror esistenziale che suggerisce quanto il regista ha studiato Lynch. Un horror da Sundance. Quando inizi a pensare che è un modo, tra i tanti, per presentare una famiglia disfunzionale, sorpresa: ci spostiamo dalle parti di Rosemary’s Baby (L’esorcista no, è una citazione di comodo: L’esorcista è l’unico horror che inocula seri dubbi su cosa stia dietro la normalità alla luce del sole. Qui c’è troppo buio). Verso la fine il regista si sposta dalle parti della visione. Ci sarà dibattito tra puristi dell’horror che si vuole orrido e chi tollera le contaminazione, tra chi vuole razionalità nell’irrazionale e chi ama le trame esplose . Di sicuro è un film diverso, nel bene e nel male. Ma il male era il suo trip, no?

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