Il rapimento di Iglesias

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“A volte sono un bastardo e a volte un buono, a volte non so neppure come io sono, mi piace qualunque cosa che è proibita, ma vivo di cose semplici, vivo la vita. Sono un pirata ed un signore, più amor proprio che pudore” (Julio Iglesias)

L’aereo veniva dato in ritardo e, nonostante ci fossimo messi in viaggio da Agrigento con due diverse automobili, arrivammo in anticipo all’aeroporto di Punta Raisi a Palermo. L’organizzatore, convinto di fare un gesto gradito, aveva fatto giungere un’ulteriore macchina, una gigantesca auto americana, lussuosa e d’epoca,  con tanto di salotto  ed autista. Sinceramente, la vista di quella macchina mi rendeva inquieto. Le mancavano solo le corna del toro esibite sul cofano. Susan, la mia collega britannica che si trovava con me in questo viaggio, trovava la scelta molto buffa ed appropriata.

Il sole stava calando. Le giornate di inizio estate si facevano più lunghe ma alle nove di sera, in Sicilia, visto che faceva un gran lavoro, anche il sole aveva il diritto di andare a riposare. L’attesa dell’aereo personale di Julio Iglesias sarebbe stata lunga. L’orario di arrivo veniva continuamente posticipato. Susan su un’auto ed io sull’altra riuscimmo a dormire un’oretta, lasciando intatta la maestosità della fuoriserie americana e del suo scrupoloso autista che trascorreva questa lunga attesa spolverando e rispolverando la preziosa carrozzeria.

Si stava facendo notte ed il silenzio era disturbato da alcune persone che gironzolavano con i loro tedianti motorini nei pressi dell’aeroporto e delle nostre vetture. Non credo a quell’ora si attendessero altri aerei oltre a quello di Julio. Che ci faceva questa gente?

Avevo insistito affinchè Julio fosse presente a questa manifestazione musicale. Ero andato vicino a Madrid ad uno spettacolo in un’arena straripante di gente, che non era lì per veder lottare tori e toreador, ma solo per ascoltare l’animo romantico di Julio Iglesias. Durante il viaggio di rientro verso la capitale spagnola, riuscii a convincere Julio: -“Il pubblico femminile italiano, come quello di tutto il mondo, adora vedere le tue mani che scivolano lentamente, trascinando la passione,  dal microfono al cuore. Le donne si sentono accarezzate dalle tue parole e dai tuoi gesti. Devi venire in Sicilia.”- “Verrò” fu la risposta.

Poco dopo l’una del mattino ci veniva comunicato che finalmente l’aereo stava atterrando. Susan ed io uscimmo dalle rispettive auto sgranchendoci le gambe e avviandoci verso l’ingresso per accogliere il nostro celebre ospite. Nel frattempo il numero dei curiosi. sperando fossero solo curiosi, era aumentato. Oltre ai motorini  si erano aggiunte alcune utilitarie con a bordo intere famiglie. Ecco Julio, accompagnato dalla giovane e affascinante moglie. Ci salutammo con abbracci stanchi indizzandoci verso l’uscita. A quel punto Iglesias vide la limousine vintage fatta arrivare dall’organizzatore.

-“Max, avrei sperato in qualcosa di più discreto. Certo che girare per quest’isola con una macchina così vistosa significa far sapere che qui ci sono soldi. La trovo un po’ pericolosa, ma vista l’ora risolviamo questo dettaglio domani. Anzi, vista l’ora ti chiederei se possiamo fermarci in un hotel a Palermo e andare ad Agrigento domattina. Siamo particolarmente provati dal viaggio.”

-“Figurati Julio, va benissimo. Pensa che l’organizzatore per indurmi a portarti e  per farmi pressione e impressione mi ha invitato a Roma ed è venuto all’aeroporto, sotto l’aereo,  a prendermi con una vecchia Ferrari rossa fiammante. Ero semplicemente imbarazzato”.

Quindi si trattava di trovare un hotel di buon livello e con un certo numero di camere disponibili, a quell’ora della notte. Non era proprio un compito facile, considerando che non esistevano ancora i cellulari. Io salii nel salottino della limousine insieme a Julio e sua moglie Miranda. Susan e alcune persone del seguito di Julio usarono le auto con le quali eravamo arrivati.  Stavamo andando in direzione Palermo. Sicuramente nel centro della città avremmo potuto trovare quello che stavamo cercando.

Passarono pochi minuti e le macchine si fermarono. Stavo chiacchierando con l’artista e quindi non mi ero accorto di cosa stava succedendo intorno. Allarmato dalla confusione esterna, scesi dall’auto. La scena che si presentò ai miei occhi era abbastanza inquietante: le nostre tre auto erano ferme in fila davanti al cancello di un condominio, intorno avevamo una discreta folla di persone . Tutti parlavano contemporaneamente, chi con i nostri autisti, chi con Susan e, visto che ora c’ero anch’io, anche con me. In poche parole ci stavano invitando a casa loro o meglio a casa di uno di loro. Ci mettevano un appartamento a disposizione facendo uscire la suocera di qualcuno che, felicissimo, se la prendeva in casa pur di ospitare Iglesias.

-“Ho chiamato mia figlia Manuela, come la tua canzone”- gli stava urlando una tizia con le mani a megafono contro il finestrino della limousine. Julio non era spaventato, gli succedeva frequentemente un assalto di fan. Lo era un po’ Miranda, soprattutto per l’ora e per la stanchezza. Poco più tardi anche Julio avrebbe perso il suo educato e gentile sorriso.

Il grande cancello del condominio si stava aprendo e il folto gruppo di persone invitava le auto ad entrare. Anzi, più che un invito sembrava un ordine. Non sono un uomo particolarmente coraggioso e neppure dotato di quella fermezza che fa tanto super eroe, ma in quel momento era necessario prendere in mano la situazione e decisi che ero io a doverlo fare.

-“Fermi, silenzio”- urlare silenzio a squarciagola alle due del mattino non mi sembrava naturale – “Qui comando io e decido io cosa si fa. Nessun’altro. Le persone con me risalgano in macchina e le altre se ne vadano immediatamente.” Mi si avvicinò un tipo robusto di mezza età facendosi strada tra i presenti. Da come lo osservavano gli altri era chiaro che era uno abituato a comandare. Con aria spavalda si rivolse a me: -“Probabilmente non ci siamo capiti, voi siete tutti invitati a casa di un mio amico che desidera ospitarvi e, dato che è un uomo molto generoso, ci resterebbe alquanto male se rifiutaste. Non vorrete che si offenda? Voi siete gente di mondo e conoscete queste cose.” Mentre mi diceva queste parole, spostava a gesti  le persone davanti al cancello per facilitare l’ingresso delle auto. Avevo pochi secondi per trovare una risposta e toglierci da questa situazione  imbarazzante e pericolosa.

-“La vostra ospitalità è straordinaria e sia l’organizzatore  che il signor Iglesias, che hanno molti “amici” qui in Sicilia, ne sono commossi. Ma proprio questi “cari amici” stanno aspettando con estremo interesse l’arrivo del mio ospite, per cui siamo costretti a rinunciare al vostro gentilissimo invito. Ci fermeremo brevemente lungo il percorso per poi arrivare in mattinata ad Agrigento. Vi prego anzi di aiutarmi ad allontanare un po’ di gente, permettendoci  di rimetterci in moto”.- Mi ero espresso con cordialità ma anche con assoluta fermezza  guardando negli occhi il mio interlocutore, che resse lo sguardo con altrettanta fermezza.

Passò qualche lunghissimo secondo. Poi con calma e solennità, l’uomo si girò verso le persone che ci avevano circondato e con un gesto plateale delle braccia ordinò loro di allontanarsi e lascarci passare.

Rientrato in macchina subii lo sguardo interrogativo di Iglesias, che, anche se vagamente, aveva capito cosa era successo. -“Tutto a posto”- gli dissi, dando all’autista l’indicazione di ripartire. “Quali sono gli amici che avrei da queste parti?”- mi sussurrò Julio stando attento che Miranda non sentisse. “Nessuno in particolare, l’ho detto solo per risolvere la situazione”-  Ci fermammo dopo mezz’ora, lungo la strada, sul mare. Ci avevano suggerito un albergo carino. Talmente nuovo che la costruzione non era ancora terminata. Arrivati al parcheggio dell’hotel, mi accorsi che l’uomo del condominio ci aveva fatto scortare, in moto, da due suoi uomini e da due poliziotti in borghese, sempre al suo servizio.  Dopo aver preso accordi con il gestore, mi misi dietro il banco della reception per far passare solo le persone che erano con noi e ringraziando, ma licenziando, la scorta.

Lasciai le stanze migliori agli ospiti e io finii in una camera che non aveva ancora gli infissi. Però riuscimmo a riposarci qualche ora. Ce n’era bisogno.

Temples of Paestum Archaeological Site, Salerno, Campania, Italy

Arrivammo ad Agrigento in tempo perfetto per le prove. Il palco era straordinario, tra gli antichi e maestosi templi. Raggiunsi raggiante Julio in camerino, indicandogli che, nello spettacolo, avrebbe interpretato due brani e che sindaco ed assessore gli avrebbero consegnato un importante riconoscimento. Julio ha raggiunto una notorietà planetaria grazie alle vendite dei suoi dischi ma anche e soprattutto ad una arguta ed intelligente  gestione della propria carriera.

-“Sei molto caro e ti ringrazio, ma preferirei non ricevere alcun premio dalle mani di chiunque possa un domani essere, anche erroneamente,  indagato per mafia e finire, mio malgrado, sui giornali mentre mi stringe la mano consegnandomi un qualsiasi prestigioso oggetto. Ringrazia e se proprio non se ne può fare a meno, sia una bella fanciulla a offrirmelo”.

-“Julio, sei proprio un pirata ma anche un gran signore, più per amore che per pudore”.

 

Ex Direttore Generale della Sony Music, ha trascorso 35 anni nel mondo del marketing e della promozione discografica, sempre accompagnato da una grande passione per la musica. Lavorava alla EMI quando, in un periodo di grande creatività musicale, John Lennon, Paul McCartney e George Harrison hanno iniziato produzioni proprie di alto livello e i Pink Floyd hanno fatto i loro album più importanti. Sino a quando, con i Duran Duran da una parte ed il punk dall’altra, è arrivato il decennio più controverso della musica.In CBS (più tardi Sony), ha contribuito alla ricerca e al lancio di un numero considerevole di artisti, alcuni “mordi e fuggi” come Spandau Ballet o Europe, altri storici come Bob Dylan, Bruce Springsteen, Cindy Lauper, Franco Battiato, George Michael, Claudio Baglioni, Jovanotti, Pearl Jam, Francesco De Gregori, Fiorella Mannoia e tanti altri…Si fatica davvero a individuare un artista con il quale non abbia mai lavorato, nel corso della sua lunga vita tra pop e rock.

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