Venezia 75. Acusada

Davvero Dolores ha ucciso Camila che ha messo in internet i video dei suoi rapporti sessuali?

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Acusada di Gonzalo Tobal (in Concorso) racconta della giovanissima Dolores, di buona famiglia argentina con padre che vuol tenere modernamente (o nevroticamente) tutto sotto controllo, madre perplessa e calcolatrice, fratellino seccato e avvocato occhiuto: “Dolo” da due anni è sotto processo perché sospettata d’aver ucciso a forbiciate la sua migliore amica, Camila, alla fine di una festa. Movente? Camila avrebbe messo alla berlina su Internet Dolores ripresa durante un rapporto sessuale con un amico. Il processo, tra due ali di popolo fuori scena di cui si sentono (o si leggono in rete) solo le ingiurie e i pre-giudizi, è un imbarazzante declinare delle abitudini di Dolores, di Camila e dei loro amici. Non è chiaro fin dall’inizio di chi dobbiamo sospettare e di chi diffidare: come molta cinematografia sudamericana anche Acusada parte lento e si snoda con piattezza che a volte potrebbe sembrare televisiva (e a volte lo è) per poi insinuare frammenti di dubbio che alzano la temperatura del racconto. In questo senso Acusada è mimetico a certa cronaca a cui ci hanno abituato internet e la televisione: la speranza di una risoluzione appare illusoria anche al di là dei verdetti.

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