La classe media americana in difficoltà per la crisi economica alla ricerca di un luogo dove poter mantenere il tenore di vita cui è abituata
Cotacachi, Ecuador è una cittadina circondata da montagne in cui si sono trasferiti centinaia di cittadini americani in pensione stanchi di un tenore di vita non esaltante vissuto nel loro paese. Così a costi decisamente molto più bassi, questi nuovi emigranti vanno a vivere in abitazioni confortevoli anche se protette da sistemi di sicurezza con inferiate alla finestre e meccanismi di allarme per eventuali intrusi malintenzionati. Gli anziani gringos raccontano davanti alla macchina da presa senza troppi problemi la loro nuova esistenza sudamericana tra compere al mercato (gli hanno spiegato che bisogna sempre rimarcare al negoziante l’ esosità del prezzo del prodotto da acquistare), corsi di ginnastica alternativi, terapie mediche locali, fondazioni per cani randagi, tranquille serate passate davanti alla tv guardando programmi in inglese e tentativi improbabili di imparare lo spagnolo. “Abbiamo cercato di capire – affermano i due registi Cravero e Jona – se sia davvero possibile riuscire a replicare la propria vita ed essere felici a migliaia di chilometri da casa, in un contesto decisamente diverso. A realizzare, insomma, il sogno americano lontano dal paese che lo ha generato. Abbiamo tentato di ridurre al minimo le interviste e gli accenni al passato e alla storia personale dei nostri protagonisti per raccontare una comunità che si svela nel suo eterno nuovo presente”. Un fondo di malinconia si respira nel documentario, così come un’atmosfera di tristezza e di illusione per un paradiso terrestre che in realtà non esiste se noi stessi non siamo in grado di costruircelo. Unica vera consolazione per questi pensionati yankée di varia estrazione sociale che suscitano tenerezza, è il paesaggio umano e naturale della sierra andina molto diverso dal mondo super tecnolocizzato da cui provengono.