Il colpo di fulmine tra Ermal Meta e GnuQuartet è scoppiato in una data e in un luogo precisi: 31 luglio 2018 a Casalicchio, frazione di Amandola. Su quei prati quel giorno si è svolto uno dei concerti di RisorgiMarche, una serie di appuntamenti organizzati da Neri Marcorè per tentare di far rinascere le comunità colpite dal sisma.
Racconta Ermal: «Quando arrivai, sul palco c’era Simone Cristicchi accompagnato dal GnuQuartet. Rimasi letteralmente folgorato. Era da un po’ che stavo pensando di fare qualcosa in teatro, ma in quel preciso istante capii che era “quello” ciò che dovevo fare. Dopo il concerto parlammo a lungo, per esempio delle cover che avevano fatto di alcuni brani dei Muse: semplicemente stupende! Quella sera chiamai Valerio (Soave, general manager della Mescal, n.d.r.) e gli dissi che volevo andare in tour con i GnuQuartet».
Nei mesi successivi Ermal Meta ha portato su e giù per l’Italia il suo Non abbiamo armi tour, esibendosi in location affascinati (dal Foro Italico di Roma al Real Belvedere di Caserta, dall’Abbazia di San Galgano a Chiusdino al Teatro Antico di Taormina), totalizzando circa 100.000 spettatori paganti. Ma non si è tolto dalla testa quella “magnifica idea”.

Ora quel tour è (quasi) realtà: inizierà tra poco più di tre mesi, il 2 febbraio, prima tappa il Teatro degli Arcimboldi a Milano (biglietti in vendita dalle ore 15 di oggi, lunedì, sui circuiti ufficiali). In questi cento giorni dovranno lavorare sodo, lui e quello straordinario quartetto che proviene dalla classica. Si formarono quasi per caso nel 2006 dopo aver partecipato a un concerto-tributo a Fabrizio De André: da allora hanno collaborato all’incisione di numerosi album, sigle televisive, colonne sonore e partecipato ad importanti festival internazionali. L’elenco degli artisti con cui hanno suonato è infinito, dai Negramaro a De Gregori, da Gino Paoli a Samuele Bersani, da Diodato alla PFM ai Subsonica e decine di altri. La formazione è composta da Stefano Cabrera (violoncello), Raffaele Rebaudengo (viola), Francesca Rapetti (flauto) e Roberto Izzo (violino).
«Ovviamente», racconta Ermal, «i miei brani saranno totalmente riarrangiati. Sono curioso di vedere quale sarà il risultato soprattutto sui pezzi up tempo. Ma c’è da lavorare su ogni singolo brano. Non abbiamo armi, per esempio, ha un riff di chitarra non facile da riprodurre con uno strumento classico. Ogni tanto mi domando cosa sapranno tirar fuori da un pezzo come Dall’alba al tramonto o dalla parte finale di Mi salvi chi può? Ma sono certo che il primo a rimanere a bocca aperta sarò proprio io».
Lui non si risparmierà, ovviamente, mettendoci la sua bellissima voce, ma anche le chitarre, il synth, il piano e la drum machine. «Però resta da capire che effetto faranno i miei brani rivisitati completamente. Grazie al lavoro del GnuQuartet ci saranno sfumature diverse, una dinamica molto più ampia. Inoltre bisogna considerare che ci esibiremo in teatri fantastici, con un’acustica invidiabile. E questo sarà uno stimolo ulteriore».
In tutto prepareranno una trentina di brani: «In gran parte tratti dai miei tre album, più qualcosa de La Fame di Camilla (pezzi che non ho mai suonato da solo) e due o tre cover. Sicuramente ce ne sarà una dei Muse e una dei Radiohead. Ogni sera proporremo 20/22 canzoni, questo significa che ogni concerto sarà differente da quello precedente, anche perché non ci negheremo certo il gusto di improvvisare. E poi chissà, magari in corso d’opera potrebbe nascere qualche idea strana: siamo musicisti, da cosa nasce cosa».
Ermal è visibilmente entusiasta di questo progetto. «Negli ultimi tre anni ho fatto cose che prima mi sembravano impossibili. Da tre anni vivo esattamente come sognavo di vivere, lo faccio 24 ore su 24. Sono cosciente di avere un debito con la fortuna, quindi la ripago mettendo tutte le mie energie nelle cose che faccio. So che questa è una nuova opportunità fantastica e voglio godermela fino in fondo».
Tutto il lavoro svolto verrà documentato. «Però è presto per dire se ne ricaveremo un Dvd oppure un album live».
A chi gli ricorda che aveva detto di volersi prendere un anno sabbatico, risponde: «Beh, dai, in fin dei conti da oggi a febbraio mancano più di tre mesi, che per me valgono come un anno. Io a non far niente mi annoio. Cosa posso farci?».
Ecco le date del tour di Ermal Meta & GnuQuartet:
2 febbraio al Teatro degli Arcimboldi di Milano
4 Teatro Bellini di Napoli
5 Teatro Massimo di Pescara
11 Teatro Metropolitan di Catania
12 Teatro Al Massimo di Palermo
15 Teatro Valli di Reggio Emilia
16 Auditorium Santa Chiara di Trento
25 Sala Santa Cecilia di Roma
6 marzo Teatro Petruzzelli di Bari
8 Teatro Verdi di Montecatini
9 Teatro Lyrick di Assisi
12 Teatro Goldoni di Venezia
18 Teatro Rossetti di Trieste
20 Palazzo dei Congressi di Lugano
23 Teatro Carlo Felice di Genova
24 Teatro Colosseo di Torino
Prima di chiudere, altre due battute: quando gli si fa notare che non sono previste date nei giorni in cui si svolgerà il prossimo Festival di Sanremo, Ermal ribatte sicuro: «No, non significa quello che vorreste insinuare. Quest’anno niente Festival. Del resto dopo un secondo posto tra i giovani nel 2017 e il primo quest’anno con Fabrizio Moro, sarei un folle a tornarci… No, pur se in vesti diverse, di Sanremo ne ho già fatti quattro. Direi che per un pezzo posso farne a meno».
Una battuta, infine, sul (bel) video di 9 primavere, uscito venerdì scorso: come ben sanno i fan, questa canzone ha i tratti dell’autobiografia, e forse proprio per questo Ermal ha preferito non comparire nel video, lasciando spazio a due giovani attori. «Al regista», dice, «avevo chiesto di commuovermi, e devo dire che ci è riuscito alla grande regalandomi emozioni immense».
