La magia di Cremonini rapisce anche Eboli, è lui il re del PalaSele

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Cesare Cremonini

Si avvia alla tranche finale il tour nei palazzetti di Cesare Cremonini, che dopo i quattro fortunati concerti estivi negli stadi, a inizio novembre ha dato vita a un altrettanto fortunato tour itinerante nei palasport delle principali città italiane.

Al “viaggio live”, che percorre l’Italia, non poteva certo mancare una tappa in Campania, da sempre culla di profonda tradizione musicale.

È così che il PalaSele di Eboli (Salerno) si offre a scenario idilliaco per il suo tour, suggellando il rinnovato amore tra il cantautore bolognese e il caloroso pubblico campano.

Sulle prime note di Possibili scenari, brano di apertura anche per i palazzetti, il PalaSele (sold out) è già un’inarrestabile esplosione di voci, che si muovono a ritmo cadenzato con quella del Cremonini, che dalla sua mette subito in chiaro chi “comanda” in quel di Salerno per l’intera sera.

È lui e soltanto lui il re indiscusso, un re che ha forgiato la sua corona nel corso di un ventennio di carriera, con l’abile maestria di un artigiano che cesella lentamente ma inesorabilmente il suo incredibile repertorio.

E di repertorio Cremonini ne ha davvero da vendere, lui che è anche uno dei pochi capaci di miscelare amabilmente l’innato carisma alla sempre più salda consapevolezza di essere ormai una delle poche ancore ancora intatte del cantautorato nostrano.

Vivere un concerto di Cremonini è un po’ come fare l’amore con la musica. E di questi tempi non è così scontato che accada.

Non è così scontato neanche trovare un pubblico talmente affiatato col proprio artista, che passo dopo passo, brano dopo brano, scalando inesorabilmente tutta la scaletta (che resta invariata per l’intero tour e spazia da vecchie hit a estratti dell’ultimo album), raggiunge l’apice estremo della “goduria”. È proprio una festa della musica, la festa del gladiatore Cremonini, capace di riempire stadi e palazzetti con apparente nonchalance, capace di irretire il suo pubblico con la splendida voce e una presenza scenica da far invidia a chiunque.

In pochi avrebbe scommesso sulla carriera di quel ragazzo di diciotto anni, frontman di un gruppo che sembrava studiato a tavolino per far appendere poster alle ragazzine nelle camerette.

In pochi avrebbe scommesso sulla sua evoluzione, che era già sbocciata con i LunaPop, per poi avviarsi a passo sicuro sul sentiero che tutti conosciamo.

Non siamo più gli sfigati di vent’anni fa (come dice il Cremonini stesso durante il concerto), perché ascoltiamo la sua musica. Siamo semplicemente estimatori del bello.

Provate poi voi a star fermi a un suo concerto, se ci riuscite: è un’impresa davvero impossibile.

Ed è impossibile non ritrovarsi di colpo catapultati sul palco, proprio lì, accanto al suo pianoforte, sembra quasi di vedersi distesi su quei tasti bianchi e neri, a fondersi in un tutt’uno con la scenografia.

Scenografia importante, ma senza grandi fronzoli, perché non servono.

Certo ci sono i sapienti giochi di luci, le esplosioni di coriandoli, ma più di tutte, a tenere fiato per più di due ore di live è la malia del cantante.

Forse Cremonini ci ha fatto ingurgitare qualche pozione magica prima di entrare, senza che ce ne accorgessimo, o forse è soltanto molto bravo lui, che ci ha come rapiti per tutto il tempo, portandoci lontani lontani su quella sua navicella musicale.

Noi e lui. E la sua band.

Una band che confeziona il vestito perfetto per l’artista, con una sezione fiati incredibile, composta da Massimo Zanotti (trombone), Andrea Giuffredi (tromba) e Gabriele Bolognesi (sax e flauto traverso), punta di diamante dell’intero show, Andrea Morelli (bravissimo chitarrista con cui si ritaglia un paio di esecuzioni piano & chitarra), Alessandro de Crescenzo (chitarre), Michele Guidi (tastiere), Bruno Zucchetti (tastiere), Andrea Fontana (a un’inarrestabile batteria), Annastella Camporeale e Gigi Fazio (cori), e il grande “vecchio” amico Nicola Balestrieri (detto Ballo, al basso), unica “vecchia guardia” da i Lunapop.

E poi succede… che ci sentiamo bene.. senza nessun perché.

Il perché è uno soltanto: c’è Cremonini ad Eboli.

Prossime (e ultime) date del tour:

8 dicembre – Acireale, Pal’Art Hotel

11 e 12 dicembre – Roma, PalaLottomatica

16 dicembre – Milano, Mediolanum Forum

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