Cold War

Un amore totale e impossibile tra Est e Ovest

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Cold War

di Pawel Pawlikowski
on Joanna Kulig, Tomasz Kot, Borys Szyc, Agata Kulesza, Cédric Kahn, Jeanne Balibar
Voto 8/9

Nella Polonia degli anni Cinquanta Wiktor batte le campagne per cercare musica popolare. Si imbatte in Zula, bella voce e faccia tosta. Pronta a tutto per uscire dal grigio. Diventa l’amante di Wiktor. Wiktor trasforma i canti popolari in folkore per il popolo e il partito. Ha fiuto e un talento per gli arrangiamenti.Poi, quando è a un tiro dalla libertà, a Berlino est, passa dall’altra parte. Ma Zula non viene,  lo segue più tardi. A Parigi, dove gli stessi canti popolari che Zula saltellava travestita da contadinella diventano jazz per le caves di Juliette Greco. E troviamo Wiktor intento a dirigere colonne sonore. Ma è sempre la stessa musica che si trasforma. Ed è sempre lo stesso amore che si trasforma, a seconda del paese in cui i due si spostano. E attenti: non aspettatevi che i buoni siano quelli che scappano dai regimi e i cattivi siano gli altri. Persino le polizie segrete in questo film sono meno ovvie. Cold War, la guerra fredda, oltre che tra Est e Ovest è stata combattuta anche nei personaggi. A un certo punto Zula è esattamente qualcosa o qualcuno che ti aspetti dall’inizio del film e Wiktor è qualcosa o qualcuno che mai ti saresti aspettato. E tutto questo in un formato d’antan e in un bianco e nero di bellezza sontuosa ( e sarà un’allucinazione, ma ci sono sembrati due bianchi e neri di emulsioni diverse: da paese dell’Est e da paese dell’Ovest). Per dire che le alchimie non sono prevedibili. Dal regista del sorprendente Ida. Premio alla regia a Cannes. Regalo di Natale.

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