Ligabue con “Luci d’America” torna a cantare di sogni ed emozioni

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Ligabue
Foto di Ray Tarantino

Finalmente possiamo dirlo: Ligabue è tornato!

È stato rilasciato proprio in questo momento Luci d’ America, il singolo che anticipa il suo nuovo album di inediti in uscita a marzo. Luci d’America rappresenta una vera e propria novità, a cominciare dalla produzione: al fianco di Luciano infatti c’è Federico Nardelli, che recentemente ha prodotto Punk di Gazzelle.
Quel che colpisce sin dal primo ascolto è il netto cambio di passo rispetto a Made in Italy, soprattutto per quel che riguarda la produzione: massiccia, immediata, meno guitar oriented, ma estremamente attuale. Luci d’America riesce a rimanere fedele al percorso artistico di Ligabue, ma allo stesso tempo lo porta avanti, trascinandolo in una nuova dimensione.
Quel che entra maggiormente sotto pelle però è la scrittura, in perfetto “stile Ligabue”. Non avendo più il “vincolo” del concept e della storia da narrare,  Luci d’America parla di sogni, di emozioni, ma soprattutto porta con se un forte senso di libertà: «Serve pane e fortuna, serve vino e coraggio, soprattutto ci vogliono buoni compagni di viaggio».
Per arrivare ad un ritornello che rimane subito in mente e destinato a diventare una hit «Le luci d’America, le stelle sull’Africa, si accende lo spettacolo, le luci che ti scappano dall’anima».
Luci d’America è uno di quei brani che identifichi immediatamente in Ligabue, ritroviamo quel bisogno di speranza e quella voglia di ottimismo che ha sempre caratterizzato la sua scrittura («Io vedo fumo sulle macerie / Tu guardi nello stesso punto e sorridi»). Soprattutto è in grado di dare quella spinta che permette di affrontare la vita con coraggio e di lasciarsi ancora meravigliare (nonostante tutto), perché «Di certi miracoli uno può accorgersi solo da sveglio».

BENTORNATO LUCIANO!

 

LUCI D’AMERICA
Vieni qui e guarda fuori
fammi un po’ vedere come tu la vedi
io vedo fumo sulle macerie
tu guardi nello stesso punto e sorridi

Dai che allora andiamo al mare
la penisola intanto riesce a galleggiare
facciamo che guido e tu guardi fuori
perché a guardare resti tu la migliore

Serve pane e fortuna
serve vino e coraggio
soprattutto ci vogliono
buoni compagni di viaggio

Le luci d’America
le stelle sull’Africa
si accende lo spettacolo
le luci che ti scappano dall’anima

Vieni qui, andiamo fuori
fuori da uno schermo, dalle mie prigioni
c’è ancora il sole che fa il suo lavoro
sui santi subito e sui tagliagole

Prestami i tuoi occhi ancora
che io guardo il dito mentre tu la luna
e fatti vicina un po’ più vicina
che adesso voglio un altro panorama

Serve pane e fortuna
serve vino e coraggio
soprattutto ci vogliono
buoni compagni di viaggio

Le luci d’America
le stelle sull’Africa
si accende lo spettacolo
le luci che ti scappano dall’anima
la luce dell’Africa
le stelle d’America

E fra distruzione e meraviglia
e tu che mi aspetti sulla soglia
di certi miracoli
uno può accorgersi
solo da sveglio

Le luci d’America
le stelle sull’Africa
si accende lo spettacolo
le luci che ti scappano dall’anima
la luce dell’Africa
le stelle d’America

Di origini torinesi, ma trapiantato ormai da diversi anni in quella magnifica terra che ha dato i natali ai più grandi musicisti italiani, l'Emilia. Idealista e sognatore per natura, con una spiccata sindrome di Peter Pan e con un grande amore che spazia dal Brit rock passando per quello a stelle e strisce, fino ai grandi interpreti italiani. Il tutto condito da una passione pura, vera e intensa per la musica dal vivo.

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