Oggi, domenica 13 gennaio, i due principali quotidiani di destra, Il Giornale e Libero, danno ampio risalto al caso Sfera Ebbasta e all’esposto di due senatori di Forza Italia che hanno coinvolto non una, ma ben 18 procure contro la star della trap per “istigazione all’uso della droga”.
Niente di nuovo sotto il sole, dato che questi editti risalgono ai tempi della DC e di certi esponenti dell’integralismo cattolico come Carlo Giovanardi o come Gianni Rivera (ex golden boy del calcio), che si scagliarono contro Vasco Rossi, Marilyn Manson o i Rolling Stones.
Ora, anche se pare offensivo per Vasco accostarlo a Sfera Ebbasta per motivi artistici, tutti ricordano che ai tempi di Bollicine, quando cantava “Coca-Cola” non si riferiva certo alla bevanda gassata ma alla polvere energetica in grande uso negli anni ottanta.
Bisogna però riflettere sui contesti diversi. I fan di Vasco, allora, non erano certo degli spauriti adolescenti o dei bambini di 10-12 anni facilmente condizionabili come lo sono oggi i fan del trapper Gionata Boschetti, in “arte” (si fa per dire) Sfera Ebbasta.
Ai tempi di Vasco e del suo Fegato spappolato gli strumenti di diffusione erano le radio e c’erano ancora i jukebox. Oggi le canzoni ti arrivano sul cellulare, sui videogiochi, praticamente da ogni fonte audiovisiva e i bambini, si sa, memorizzano in fretta parole, testi e linguaggi.
Ma a onor del vero se si dovessero inquisire tutti coloro che nella musica o nel cinema o nella letteratura hanno parlato di droga, i due senatori Lucio Malan e Massimo Mallegni metterebbero il bavaglio persino a Fabrizio De André (Il cantico dei drogati), Rolling Stones (Sister Morphine, Brown Sugar), Lou Reed (Heroin), Eric Clapton (Cocaine), William Burroughs (Il pasto nudo), Jack Kerouac (On the Road), Dennis Hopper (Easy Rider), Brian De Palma (Scarface), Danny Boyle (Trainspotting e mille altri.
Ora, premettendo che Sfera Ebbasta lo considero utile solo come lassativo e che musicalmente lo trovo orribile, ritengo che questa mossa dei due senatori forzisti sia un clamoroso errore in ogni senso, perché ricattare il principio di libertà di espressione con minacce penali e giudiziarie in nome della “morale pubblica” (quale e di chi poi ?) significa equiparare l’Italia all’Egitto, dove persino un’attrice come Rania Youssef rischia 5 anni di carcere per aver indossato un abito osé, abito poi che a differenza di alcuni visti agli Oscar, sembra persino castigato.
Ma l’errore ancor più grave è che questa indagine rischia di far diventare Sfera Ebbasta una specie di martire, quindi di eroe, agli occhi di quei tanti ragazzini che l’hanno portato in testa alla classifica per tutto il 2018. E come la storia dello spettacolo insegna, il proibizionismo procura a chi lo subisce ancor più popolarità, successo e danaro fino a trasformarsi in mito.
A proposito di droga, il proibizionismo ha sempre fallito, come già avvenne negli Stati Uniti ai tempi del contrabbando illegale di alcool. Ma vaglielo a spiegare ai due senatori. Se avessero letto qualche libro, visto qualche documentario o film, o ascoltato qualche nota canzone sulla droga, non avrebbero certo messo in piedi questa sceneggiata ridicola, in cui l’unico a trarne agio sarà proprio il protagonista: un certo Gionata Boschetti che continuerà a vendere cd che in un paese normale e musicalmente evoluto, sarebbero utili solo come pezze da mettere sotto la gamba di un tavolo traballante.