Gli Skunk Anansie compiono 25 anni: esce il loro primo album live

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Skunk Anansie

Venticinque anni fa gli Skunk Anansie (Skin, Ace, Cass Lewis  e Mark Richardson) esplosero nelle retrovie di una Londra anni ’90. Un quarto di secolo dopo sono ancora in scena e si (e ci) regalano il loro primo album live 25live@25 in uscita il 25 gennaio per Carosello Records. Strano che un gruppo così forte soprattutto dal vivo, che ha calcato innumerevoli palchi in Europa e nel Mondo, non avesse ancora, in una lunga carriera di successi, inciso un album live. “Abbiamo sempre registrato le nostre esibizioni quindi abbiamo potuto scegliere molte versioni” ci spiega Skin. Nel doppio cd sono presenti 26 tracce (o “25+1 perché si guarda sempre avanti”) che provengono dai loro concerti degli anni Duemila.

Ma gli anni Novanta sono quelli che hanno consacrato la band e che spingono oggi tutti gli altri a tentare di riprodurre il loro ineguagliabile successo.

“La nostra forza è che nessuno era uguale a noi, non assomigliavamo a niente ed eravamo una band di persone reali. Ecco perché eravamo radicali.”

E non sono mai mancati, nella carriera degli Skunk Anansie, riferimenti alla politica e alla società: sono nati estremisti e non hanno mai tentato di nasconderlo, basti pensare che i loro primi singoli furono Little Baby Swastikkka e Selling Jesus. “Purtroppo mi piacerebbe dire che sono canzoni superate, ma non è così. – ci dice Skin – Vediamo razzismo dovunque e Trump ha dato forza alla destra nel mondo, è molto triste.”

Il gruppo  inglese non si piega al politically correct che sembra aver pervaso la musica di questi ultimi anni, ma mantiene la rotta radicale e non ha paura di esporsi sulla Brexit, ritenendola folle: “Noi speriamo in un nuovo referendum”.

Il successo raggiunto nella prima parte della loro carriera (nel 2001 la band si sciolse per dedicarsi a progetti solistici, ma tornò insieme nel 2009) fu immenso e diffuso in tutta Europa e successivamente nel mondo, in un periodo storico in cui i confini venivano valicati davvero solo da chi aveva qualità. E l’Italia è sempre stata un posto del cuore per la band, che annovera con affetto tra i live preferiti uno dei primi nel Belpaese, a fine anni ’90 “I fan italiani sono i più folli di tutti”.

Ma la nostra penisola ha fatto la differenza soprattutto per Skin, che nel 2015 ha ottenuto una consacrazione mediatica diventando giudice di X-Factor “Quella è stata una bella esperienza – ricorda la cantante – ma a me, a noi, la fama non è mai interessata. Non ci interessava essere famosi, ma fare musica e farla bene. Poi avere successo è una cosa bella, ma oggi moltissimi sognano solo di diventare famosi, senza un progetto.”

La band sarà in Italia in estate con quattro appuntamenti:

4 luglio Nichelino (To), Stupinigi Sonic park c/o Palazzina di Caccia
5 luglio Bologna, Bologna Sonic Park c/o Arena Parco Nord
7 luglio Legnano (Mi), c/o Rugby Sound Festival
8 luglio Roma, Rock in Roma c/o Auditorium parco della musica (Cavea)

Nata a Foggia in un’estate di notti magiche in cui si inseguivano goal, a 19 anni parte prima alla volta di Roma per poi approdare a Milano. Ha iniziato a 20 anni a collaborare con riviste cartacee o web scrivendo principalmente di musica e spettacolo. Parla tanto, canta, suona (male), insomma pratica qualunque attività fastidiosa vi venga in mente. Per evitare di snervare eccessivamente chi le è vicino si è “sfogata” al microfono collaborando con alcune radio web e locali. Medaglia olimpica di stage non retribuiti.

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